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Messico, ecco l’app “anti-Trump”: con un clic i migranti in pericolo possono avvisare il consolato

L’iniziativa è stata annunciata dal governo messicano a poche settimane dall’insediamento del nuovo presidente Usa, che ha promesso la più grande operazione di rimpatrio della storia. Nel 2024 i messicani residenti negli States hanno spedito a casa 66,5 miliardi di dollari, pari al 3,7% del Pil

Messico, ecco l’app “anti-Trump”: con un clic i migranti in pericolo possono avvisare il consolato

Donald Trump non è ancora entrato in carica da presidente degli Stati Uniti ma già si sta materializzando l’attesissimo scontro col Messico. Il motivo è arcinoto: i migranti, molti dei quali arrivano dal Paese confinante. In campagna elettorale il tycoon ha più volte ribadito che se eletto avrebbe dato vita alla più grande operazione di “deportazione” (forse meglio tradurre con “rimpatrio”) di immigrati nella storia degli Stati Uniti. Così, prima ancora dell’insediamento previsto per il 20 gennaio, il governo messicano ha risposto giocando d’anticipo e lanciando una app con la funzione di “botòn de alerta”, cioè di pulsante di emergenza per i cittadini messicani che dovessero trovarsi in una situazione di difficoltà. Per la precisione, la situazione di difficoltà sarebbe il rischio imminente di essere arrestati, secondo le direttive promesse da Trump e potenzialmente in vigore già tra poche settimane. Seguendo le indicazioni dell’app, sarà dunque possibile avvisare il consolato più vicino, oltre che il ministero degli Affari Esteri e i familiari, secondo quanto spiegato dallo stesso ministro degli Esteri messicano, Juan Ramón de la Fuente, nella conferenza stampa di fine anno.

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Messico vs Trump: Sheinbaum difende i migranti e l’economia

Insomma il Messico, che da ottobre è guidato per la prima volta da una donna, Claudia Sheinbaum, si sta facendo trovare pronto e vuole tutelare i propri concittadini che vivono e lavorano negli Stati Uniti, e che Trump chiama di “invasori”. La presidente ha tra l’altro annunciato che il governo sta lavorando ad un documento che metterà con le spalle al muro la Casa Bianca, dimostrando quanto i migranti messicani, seppur nella maggior parte dei casi in condizione di clandestinità, contribuiscano positivamente all’economia a stelle e strisce e non, come sostiene il tycoon, alla criminalità e al narcotraffico. Mentre in queste settimane sono in corsa vere e proprie carovane di migranti del Centro America diretti negli Stati Uniti nel tentativo di anticipare l’insediamento di Trump, Claudia Sheinbaum vuole dunque mettere in chiaro che i cittadini messicani che emigrano verso gli States sono lavoratori che, stando ad esempio ai dati della banca spagnola Bbva, hanno spedito nel 2024 nel loro Paese la bellezza di 66,5 miliardi di dollari, pari al 3,7% del Pil messicano. Questo significa, sempre secondo il rapporto Bbva, che 1,7 milioni di famiglie messicane, cioè oltre 6 milioni di persone, “dipendono direttamente da queste risorse”.

I messicani o gli statunitensi di origine messicana sono stimati essere negli Stati Uniti non meno di 30 milioni, pari dunque a circa il 10% della popolazione totale. Trump vorrebbe rimandarne indietro il più possibile e ha anche “chiesto” a Claudia Sheinbaum di applicare una stretta sul traffico di droga per evitarne l’ingresso al di là della frontiera: “Se non lo farà, la informo che applicheremo dazi del 25% su tutti i prodotti che il Messico vorrà esportare nel nostro Paese”. La guerra è iniziata.

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