La fine di un’era. Dopo 17 stagioni e 34 trofei (più tutti quelli individuali, tra cui spiccano i 6 Palloni d’Oro) Leo Messi lascia il Barcellona. Questa volta non si tratta di indiscrezioni più o meno attendibili, bensì di una notizia ufficiale: a darla, infatti, è stato lo stesso club blaugrana, in un comunicato stampa di pochi minuti fa. “Nonostante sia stato raggiunto un accordo tra FC Barcelona e Leo Messi e con la chiara intenzione di entrambe le parti di firmare oggi un nuovo contratto, non può essere formalizzato a causa di ostacoli economici e strutturali (regolamento spagnolo LaLiga) – si legge sul sito ufficiale del Barça -. Data questa situazione, Lionel Messi non continuerà ad essere legato all’FC Barcelona. Entrambe le parti sono profondamente dispiaciute che i desideri sia del giocatore che del club non possano essere finalmente esauditi. Il Barça ringrazia con tutto il cuore il contributo del giocatore alla valorizzazione dell’istituzione e gli augura il meglio nella sua vita personale e professionale”.
Un vero e proprio colpo di scena, per una trattativa che sembrava destinata alla fumata bianca e che invece, complici le motivazioni di cui sopra, è clamorosamente naufragata. Certo, questa è la versione del Barcellona, nella quale si dà tutta la colpa alla Liga e al nuovo Salary Cap post Covid, che impedisce ai club di superare una soglia di spesa stabilità in base a ricavi e debiti. A nulla, evidentemente, è servito il nuovo accordo che il campionato spagnolo ha stipulato con il fondo CVC Capital Partners, che porterà al movimento circa 3 miliardi di euro in cambio del 10% della Liga stessa. La situazione debitoria del Barça resta troppo alta per permettere il nuovo contratto di Messi, disposto sì a ridursi l’ingaggio del 50%, ma non a scendere ulteriormente da quota 25 milioni. Qualcuno comunque ipotizza che dietro la rottura ci sia altro, anche perché i mal di pancia di Leo vanno avanti da molto tempo e nemmeno la caduta di Bartomeu in favore dell’amato Laporta, per quanto graditissima, è riuscita a guarirli.
L’argentino avrebbe voluto avere più potere nelle decisioni tecniche, a cominciare dalla campagna acquisti che invece lo ha visto ai margini: l’ultimo esempio in ordine di tempo è Romero, passato dall’Atalanta al Tottenham, che Messi avrebbe voluto come compagno in blaugrana. Tante circostanze, insomma, hanno fatto sì che il rinnovo di contratto, scaduto a giugno, sia rimasto solo sulla carta, fino alla rottura definitiva, seppur elegante e diplomatica. Ora si apre un nuovo capitolo, ovvero quello del mercato. Già, perché sua Maestà Messi è libero e difficilmente lo resterà ancora per molto. Il primo pensiero, per ovvi motivi, va a Parigi, dove Al-Khelaifi e Leonardo sono disposti a fare carte false per acquistarlo, tanto più con un Mbappé in partenza. L’argentino ritroverebbe l’amico Neymar, che avrebbe già voluto riportare a Barcellona un anno fa, oltre che un super contratto con cui chiudere la carriera europea, prima di spostarsi verso altri lidi più periferici. Occhio però anche al Manchester City di Guardiola, allenatore rimasto nel cuore di Leo dopo la splendida epopea blaugrana, forse la migliore di sempre.
Pep, che ha appena acquistato Grealish per 117 milioni, sta facendo la corte a Harry Kane per la modica cifra di 190 milioni, ma potrebbe decidere di lasciar perdere e virare con decisione sul suo pupillo e dare l’assalto a quella Champions appena sfuggita. I due sceicchi, insomma, sembrano favoritissimi, ma è chiaro che Messi fa gola a tanti, in particolare in Inghilterra, dove il potere d’acquisto (vedi Abramovich o il Manchester United) è decisamente alto. In Italia invece non c’è nessuno che possa permetterselo, nemmeno ora che è a parametro zero, perché il suo mega stipendio, in questi tempi di pandemia, è davvero troppo. Infine attenzione all’ipotesi più clamorosa, ovvero quella di un’incredibile marcia indietro del Barça: il comunicato di oggi aveva il solo grande obiettivo di attaccare Javier Tebas, plenipotenziario presidente della Liga, e metterlo alla gogna, popolare e mediatica. Come reagirà il numero uno del calcio spagnolo di fronte alla prospettiva di perdere il suo gioiello più importante? A Barcellona si augurano che la risposta sia una deroga al Salary Cap, altrimenti l’addio di Leo diventerà realtà.