L’Eurogruppo ha dato il via libera alla riforma del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes), vale a dire il Fondo salva-Stati. Fra il primo giugno 2020 e il 31 dicembre 2022, i 19 Paesi dell’Eurozona potranno ricevere fino al 2% del proprio Pil dalle casse del Fondo (per l’Italia circa 36 miliardi di euro), a patto che queste risorse siano utilizzate esclusivamente per le spese sanitarie “dirette o indirette” (l’ambiguità è voluta) legate all’emergenza coronavirus. Il tasso d’interesse è praticamente nullo (lo 0,1%) e la scadenza per rimborsare il prestito è a 10 anni.
MES: ADDIO ALLE “CONDIZIONALITÀ”
I ministri delle Finanze dell’area valutaria hanno spazzato via ogni dubbio sulle cosiddette “condizionalità”: non sono previste e non potranno essere introdotte in futuro. Tradotto, significa che – diversamente dal passato – per attingere al Mes non sarà più necessario sottoscrivere con Bruxelles alcun accordo sul risanamento dei conti pubblici. La catena che legava Fondo salva-Stati e politiche di austerità è stata spezzata.
STOP ALLA SORVEGLIANZA DELLA TROIKA
Non solo. L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo (e festeggiato dalla Borsa) sterilizza anche la “sorveglianza rafforzata” prevista dalle regole originarie del Mes. In futuro, i Paesi che accederanno al Fondo non finiranno sotto la lente della Troika, né riceveranno sul proprio territorio ispettori della Commissione europea o della Bce. Saranno previsti solo rapporti trimestrali allo scopo di verificare che i soldi del Mes vengano effettivamente spesi per le necessità sanitarie causate dalla pandemia di Covid-19.
L’AMBIGUITÀ (VOLUTA) DELLE “SPESE SANITARIE INDIRETTE”
Ma cosa s’intende per spese sanitarie indirette? “Sta agli Stati membri interpretarlo e alla Commissione valutarlo”, spiega di Mário Centeno, presidente dell’Eurogruppo. Niente paletti preventivi, quindi: si potrà lavorare d’immaginazione. “La Commissione non si metterà a fare calcoli strani – assicura il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni – siamo consapevoli che la pandemia ha imposto gli Stati degli sforzi immensi. Quella per il contrasto al virus sarà una voce importante dei bilanci pubblici: ne siamo consapevoli”.
GUALTIERI: ORA “SURE”, BEI E “RECOVERY FUND” ENTRO L’ESTATE
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, parla su Twitter dei prossimi passi da affrontare nella trattativa europea:
I 5 STELLE NON CI STANNO: “STRUMENTO INADEGUATO”
Malgrado le tante rassicurazioni arrivate da ogni fonte possibile, il Movimento 5 Stelle continua a essere contrario all’utilizzo del Mes da parte dell’Italia. Il motivo non è chiaro: i vari esponenti grillini – con in testa il reggente pro tempore, Vito Crimi – insistono nel definire il Fondo salva-Stati uno strumento “inadeguato”, ma evitano di entrare nel merito. Ancora nessuno ha spiegato nel dettaglio per quale ragione il nostro Paese dovrebbe rinunciare a 36 miliardi di investimenti nella sanità, visto che ora le condizioni sono favorevoli.
MAGGIORANZA SPACCATA: PD E ITALIA VIVA FAVOREVOLI
La maggioranza rimane quindi spaccata, perché Pd e Italia Viva considerano positiva la riforma del Mes e vorrebbero utilizzarlo.
Questo il commento su Twitter di Antonio Misiani (Pd), viceministro dell’Economia:
Luigi Marattin, vicecapogruppo di Italia Viva alla Camera, sottolinea invece che “la linea di credito speciale del Mes avrà una sola rigorosa condizionalità: la stessa decisa esattamente un mese fa, usare quei soldi solo per spese dirette e indirette legate alla crisi sanitaria. Possiamo prendere a prestito fino a 35,74 miliardi, per una durata al massimo decennale e a un tasso attorno al -0,1%. Significa risparmiare ogni anno circa 700 milioni in termini di minori interessi, 7 miliardi in tutto. Se non usiamo questa possibilità, verrebbe voglia di chiedere questi soldi a chi continua a opporsi per ragioni ideologiche o di slogan senza senso”.
CONTE NON SI SBILANCIA
Da che parte sta Giuseppe Conte? Cosa pensi il Presidente del Consiglio dell’oportunità di usare il Mes non è chiaro. Il Premier si è limitato a dire che “le tre misure (Sure, Bei e Mes) sono insufficienti” e quindi servirà un Recovery Fund “di notevoli dimensioni”.
[Leggi il comunicato stampa dell’Eurogruppo]