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Mes, rifiutarlo è un po’ allontanarsi dall’euro e fare un mezzo passo fuori: le sagge riflessioni di Veronica De Romanis

Imagoeconomica

Tutti si chiedono se, nel caso in cui l’estrema destra di RN dovesse vincere le elezioni politiche francesi e, il cielo ce ne scampi, conquistare la maggioranza assoluta in Parlamento, la Le Pen finirebbe per melonizzarsi e cioè, come la premier italiana, per abbandonare le promesse da marinaio che sta facendo in campagna elettorale per assumere un atteggiamento più realistico in economia e finanza che eviti lo tsunami dei mercati finanziari. Ma, nel momento in cui Giorgia Meloni tratta con Ursula Von der Leyen un accordo sottobanco sui vertici della Ue, la domanda che più ci riguarda da vicino è un’altra e cioè se la nostra premier uscirà finalmente dal limbo europeo, archiviando i pregiudizi ideologici sul Mes e decidendo finalmente di firmarlo come ha già la maggior parte del Paesi della Ue. In proposito l’economista Veronica De Romanis ha scritto nei giorni scorsi su La Stampa un commento esemplare in cui boccia la mancata adesione italiana al Mes e in cui si domanda come farà la premier a spiegare agli italiani che, in caso di crisi finanziaria, il Governo ha deciso di “non usare l’estintore che l’Italia ha già comprato” avendo già pagato una quota di 14 miliardi di euro per il Mes. Bella domanda e chissà cosa risponderebbe la Meloni. Ma ancora più preoccupante è la considerazione seguente di De Romanis secondo cui la mancata ratifica del Mes “rappresenta un primo passo fuori dall’euro”. Meloni e Salvini, come la Le Pen in Francia, non dicono più “No euro” ma, rifiutando il Mes, rischiano di rispolverare i fantasmi del passato. Fa bene De Romanis a farci riflettere.

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Categories: Politica