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Mes, per il Fmi la ratifica del trattato è “una priorità”. Giorgetti in difesa: “Pregiudizi verso l’Italia”

Nella dichiarazione conclusiva della missione 2024 sui Paesi dell’Eurozona, Fmi ha definito la ratifica del Mes “una priorità”. Per la presidente Georgieva il Mes “è come un’assicurazione in tempi rischiosi”. Giorgetti critica invece l’atteggiamento “pregiudiziale dell’Ue verso l’Italia”

Mes, per il Fmi la ratifica del trattato è “una priorità”. Giorgetti in difesa: “Pregiudizi verso l’Italia”

Il Fondo Monetario Internazionale punge l’Italia sulla ratifica del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità. Nella dichiarazione conclusiva della missione 2024 sui paesi dell’Eurozona, il Fmi ha definito la ratifica del Mes “una priorità”.

“Un mercato dei capitali integrato trarrebbe vantaggio dal rafforzamento della capacità dell’Esma di coordinarsi tra le autorità nazionali e da una maggiore armonizzazione della supervisione” e “da iniziative ambiziose degli Stati membri per promuovere la convergenza dei mercati finanziari. Comprese quelle volte a rafforzare gli strumenti di gestione della crisi e a introdurre un’assicurazione europea sui depositi – e si dovrebbe dare priorità alla ratifica del trattato Mes per rendere operativo il backstop per il Fondo di risoluzione unico” ha spiegato il Fmi.

Secondo la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, è preferibile per l’Europa avere il Mes come misura precauzionale durante periodi rischiosi, paragonandolo a una polizza di assicurazione: “Quando hai un’assicurazione e vivi tempi rischiosi è meglio usarla. Il Mes è una buona polizza di assicurazione per l’Europa. In questo senso, sarebbe saggio averlo a disposizione, se dovesse esserci un altro choc”. Georgieva ha però precisato che il suo discorso si riferiva al Mes in generale e non specificamente al backstop, una delle componenti chiave della riforma ancora in sospeso.

La replica di Giorgetti: “Pregiudizi verso l’Italia”

Dall’Ue, intanto, sei mesi dopo la bocciatura alla Camera e superate le elezioni europee, i 19 ministri dell’area euro hanno nuovamente chiesto al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, come l’Italia intenda procedere alla ratifica della riforma del MES. Il trattato, negoziato e firmato dall’Italia, è stato bloccato in Parlamento subito dopo l’approvazione della riforma del patto di stabilità. Dal gennaio 2021 tutti gli stati membri dell’Unione europea hanno approvato la modifica al fondo “salva-stati” ad eccezione dell’Italia.

Al consiglio dei governatori del Mes a Lussemburgo, in occasione dell’Eurogruppo, Giorgetti avrebbe denunciato il recente trattamento riservato all’Italia, che, pur essendo un Paese fondatore dell’UE, è stata esclusa da decisioni cruciali riguardanti il futuro dell’Unione. Il ministro dell’economia ha criticato quella che ha definito una “conventio ad excludendum” e un “atteggiamento pregiudizievole” nei confronti dell’Italia. Giorgetti ha riconosciuto la qualità della relazione di Pierre Gramegna, Direttore del Mes e ha accolto con favore l’apertura a nuovi orizzonti per il Meccanismo, ma ha sottolineato che attualmente non c’è una maggioranza parlamentare in Italia favorevole alla ratifica del trattato.

Presidente Eurogruppo: “Rispetto diversi punti di vista ma Mes è una priorità”

Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha espresso “rispetto per i diversi punti di vista sul Mes” ma “la ratifica del trattato da parte di tutti è un’importante priorità”. Per Donohoe la mancata ratifica da parte di un Paese rappresenta “una perdita collettiva” e ha ribadito che altri Paesi “potrebbero voler accedere”. E su Giorgetti: “ho un rapporto eccellente con il ministro”.

Il rapporto del Fmi sui paesi dell’Eurozona

Il rapporto del Fmi sui paesi dell’Eurozona ha riportato che “per il 2024 è prevista una modesta ripresa della crescita, che si rafforzerà ulteriormente nel 2025, ma le prospettive a medio termine restano difficili” a causa di vari fattori strutturali.

Ripresa dei consumi

“Nel 2024, l’aumento dei salari reali e una riduzione dei risparmi delle famiglie dovrebbero sostenere una ripresa trainata dai consumi. Nel 2025, l’allentamento delle condizioni di finanziamento dovrebbe favorire la ripresa degli investimenti, mentre l’aumento dell’occupazione e dei salari nominali continuerà a sostenere i consumi”.

Crescita frenata dall’invecchiamento della popolazione

A medio termine, la crescita sarà probabilmente “frenata dall’invecchiamento della popolazione e dalla bassa crescita della produttività”. L’inflazione dovrebbe “tornare all’obiettivo nella seconda metà del 2025”. Tuttavia, i rischi per la crescita “sono prevalentemente al ribasso”, mentre quelli per l’inflazione sono bilaterali. Il passato inasprimento della politica monetaria potrebbe frenare la produzione più del previsto. Ulteriori rischi includono tensioni geopolitiche, indebolimento della domanda globale e un possibile raffreddamento dei mercati del lavoro, che potrebbero influire negativamente sul sentimento dei consumatori e sull’inflazione.

Politiche economiche e climatiche

Il Fmi sottolinea che le politiche devono integrare gli obiettivi climatici dell’Ue, richiedendo notevoli investimenti pubblici e privati. La riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e l’aumento dell’efficienza energetica possono “rafforzare la competitività dell’Europa nel medio termine”, sebbene i “costi di aggiustamento” potrebbero rappresentare un ostacolo nel breve termine. Le politiche industriali verdi dovrebbero evitare di alimentare una dispendiosa corsa ai sussidi, e il meccanismo di compensazione del carbonio (Cbam) deve garantire bassi costi amministrativi e conformità con le norme del Wto.

Il “nuovo quadro di governance economica dell’Ue richiederà significativi aggiustamenti fiscali in molti Stati membri”, insieme a un sostegno politico costante. Questo quadro mira a “identificare i rischi per la sostenibilità fiscale a lungo termine” e prevede aggiustamenti specifici per ciascun paese. Per i paesi con alto debito e deficit, saranno necessari aggiustamenti fiscali significativi, mentre quelli con rischi fiscali moderati o bassi avranno più spazio per il sostegno fiscale, se necessario.

I piani fiscali-strutturali

I “piani fiscali-strutturali a medio termine“, conclude il Fondo, previsti per settembre 2024, dovrebbero “essere supportati da una chiara strategia fiscale, riforme strutturali e misure di alta qualità”. L’aggiustamento fiscale richiesto dalle nuove regole fiscali è “appropriato e dovrebbe essere attuato come previsto”. Nei paesi ad alto debito, un aggiustamento fiscale immediato, oltre al percorso annuale lineare, potrebbe dimostrare “risolutezza, sostenere la fiducia del mercato e creare margini per future spese impreviste”. Anche con una bassa crescita del credito, le autorità dovrebbero incoraggiare “le banche a usare i profitti elevati per rafforzare le tutele, incluso l’aumento dei requisiti di buffer di capitale anticiclici”.

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