“Finché io conto qualcosa, che l’Italia non acceda al Mes lo posso firmare con il sangue”: sono le parole della premier Giorgia Meloni nel salotto di Bruno Vespa, Porta a Porta. Ma la voce stentorea non deve trarre in inganno perchè in realtà nasconde una grossa novità politica e una prima apertura al fondo salva-Stati che farà felici gli europeisti. Un conto è non usare il Mes e un altro conto è bloccare una riforma che tutta Europa ha già approvato e che solo l’Italia non ha finora ratificato. E infatti la novità di Natale sta proprio qui perchè la Meloni fa capire che anche il nostro Paese, sia pure buon ultimo, arriverà alla ratifica del nuovo Mes. Meglio tardi che mai.
MELONI: DEL MES DISCUTERA’ IL PARLAMENTO. MA E’ UN GROSSO PASSO AVANTI
E’ un passo importante quello della Meloni che riconcilia l’Italia con l’Europa anche se, per farlo metabolizzare ai suoi, la premier deve arrampicarsi un po’ sugli specchi e tentare di minimizzarlo. “Non mi sembra questo il grande tema – prova a ridimensionare la novità la Presidente del Consiglio -, però certo, se rimaniamo gli unici che non approvano la riforma, blocchiamo anche gli altri. Ne discuterà eventualmente il Parlamento”. Ma il dado sembra tratto e il Parlamento non resterà insensibile al segnale della premier che si appresta a fare una scelta coraggiosa dopo avere, verosimilmente, ascoltato i saggi consigli del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Ma la domanda è – si schermisce la Meloni – : prima di entrare sul dibattito sulla ratifica, possiamo rendere questo strumento utile? Il direttore del Mes ha detto che sono aperti alla soluzione dell’Italia, vorrei parlare con lui per capire se c’è un modo di prendere un fondo a cui nessuno accederà, sicuramente non l’Italia, e farne un fondo utile per qualcuno, con minori condizionalità, priorità diverse. Una cosa che non rischi di metterti un cappio al collo”.
MELONI: LA MANOVRA DI BILANCIO SI PUO’ MIGLIORARE
Sono osservazioni ragionevoli che coprono un po’ le difficoltà che il Governo sta incontrando in Parlamento sulla manovra di bilancio, dove il dilettantismo e l’inesperienza del nuovo Esecutivo si vedono ad occhio nudo. Ma è giusto anche ricordare che dalla fine degli anni ’70 ad oggi l’approvazione parlamentare della manovra è sempre stata tormentata. “La manovra si può migliorare, siamo in rodaggio – si difende la premier – ma le parole di chi pensava alla partenza del Governo come a una catastrofe stanno tornando indietro come un boomerang”.
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