Dalla Cancelliera al suo ministro più potente, dal numero uno della Commissione Ue al leader del Consiglio europeo. Dopo giorni di polemiche e tensioni, oggi in tutto il continente si fa quasi a gara per esprimere approvazione nei confronti di Mario Draghi. Il presidente della Bce ha annunciato ieri un nuovo programma anti spread che continua a fare la fortuna dei mercati azionari e obbligazionari, con le principali Borse europee in rally e i differenziali di Italia e Germania in caduta libera. Di fronte a questo scenario, l’unica voce contraria al piano Draghi rimane quella di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, abbandonato alla fine anche dai rappresentanti del proprio Governo.
In mattinata il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha ribadito che la Banca centrale europea “agisce in modo indipendente e nei limiti del suo mandato”. Ieri la cancelliera stessa, in conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Mariano Rajoy a Madrid, aveva dichiarato che con il nuovo piano “la Bce opera nel quadro della sua indipendenza e del suo statuto”.
Parlando in occasione di una visita al cancelliere austriaco Werner Faymann, Merkel ha affermato che la Bce ‘ha indicato che il futuro dell’euro dipende in grande misura dalle iniziative politiche e la condizionalità è un punto molto importante. E’ il cammino che abbiamo sempre scelto”. La cancelliera ha anche ribadito che “la Bce è un’istituzione indipendente e forte” e che “ogni Paese deve continuare a lavorare per risolvere i propri problemi. Solo un’integrazione maggiore puo’ sostenere l’euro nel lungo termine'” In questo ambito Merkel ha rilevato l’importanza che “il programma di salvataggio della Grecia proceda il piu” velocemente possibile”.
Perfino il ministro delle Finanze tedesco, il “falco pentito” Wolfgang Schaeuble, ha rassicurato sulla strategia dell’Eurotower, escludendo che il programma Omt prefiguri una violazione del divieto di finanziamento monetario dei debiti pubblici (stabilito dai trattati europei) e criticando la stampa tedesca per l’accoglienza “molto nervosa” che ha dato alle decisioni di Francoforte. “Non penso che siamo all’inizio di un finanziamento monetario del debito pubblico”, ha detto oggi Schaeuble da Stoccolma.
Più esplicito il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che giudica “adeguato” il piano messo a punto dalla Bce. “Se i governi si impegnano in un rispetto strutturale e in una disciplina sulle regole – ha detto Barroso -, allora la Bce ha diritto di intervenire per essere sicura che la politica monetaria rimanga integra”.
Infine Hermann Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, ritiene che “la Bce abbia completato il lavoro svolto dal Consiglio europeo di giugno e dai consigli precedenti”. Intervenendo all’Ufficio di presidenza del Ppe a Firenze, Van Rompuy ha sottolineato però che la situazione sarà ancora “tesa” e che “senza l’azione politica, la Bce non potrà fare niente”.