Stop ai trasporti pubblici, mercoledì 19 marzo, in tutta Italia. Proclamato dalle sigle sindacali Federazione italiana lavoratori trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl FNA e Faisa Cisal, lo sciopero generale dei mezzi pubblici è il risultato del mancato rinnovo del contratto dei lavoratori, scaduto ormai da 6 anni. Si stenta a trovare un accordo tra sindacati e associazioni.
Per le organizzazioni sindacali, “le associazioni datoriali del settore Asstra e Anav hanno confermato, anche in occasione dell’ultimo incontro al Ministero dei Trasporti, che l’attuale quadro di finanziamento del settore rende possibile il rinnovo contrattuale solo a condizione che esso risulti integralmente autofinanziato. Questa posizione datoriale – spiegano Filt, Fit, Uilt, Ugl e Faisa – ha impedito qualsiasi possibile sviluppo immediato e concreto del confronto per la ripresa del quale i ministri Lupi e Poletti hanno comunque confermato il proprio impegno”. Dato ovviamente per scontato il diritto costituzionale allo sciopero, si ripropone – come sempre nei trasporti pubblici – il problema della forma dello sciopero e l’interregotivo se sia giusto o no che per difendere le loro richieste, pur legittime, i sindacati debbano proclamare astensioni dal lavoro che non colpiscono tanto la controparte datariale quanto i cittadini meno abbienti.
Lo sciopero (che nello specifico interesserà le città di Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna, Firenze, Napoli e Bari) coinvolgerà i mezzi pubblici, metropolitane, tram e soprattutto autobus, con conseguenti ricadute sul traffico cittadino.
Nella capitale, la metropolitana e gli autobus funzioneranno da inizio servizio fino alle 8,30 e poi dalle ore 17 fino alle ore 20, in modo da garantire alcuni orari particolarmente trafficati. Stop dei mezzi pubblici, invece dalle ore 8,31 alle ore 16,59 e dalle 20,01 fino al termine del servizio. Attenzione ai treni, che potrebbero subire ritardi o peggio, cancellazioni, soprattutto nella capitale.