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Mercato dell’Arte, gelo e cautela: così l’eccesso ha diluito la domanda. Cosa c’entra la Cina?

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Il mercato dell’arte contemporanea è attualmente alle prese con sfide senza precedenti a causa della saturazione del mercato e della speculazione dilagante. L’eccesso ha diluito la domanda e costretto al ribasso i valori di rivendita. Gli speculatori che un tempo spingevano la crescita del mercato attraverso rivendite rapide ora contribuiscono a questa instabilità. Di conseguenza, i collezionisti stanno inondando il mercato secondario con pezzi che non riescono a raggiungere o superare i prezzi di acquisto originali.

Mercato dell’Arte, circolo vizioso tra offerta e speculazione

Questo circolo vizioso di eccesso di offerta e comportamenti speculativi mina la fiducia del mercato e lascia il settore del mercato secondario in difficoltà a riconquistare la propria posizione. Quando si parla di “mercato secondario” si intende la rivendita di opere che sono già state vendute almeno una volta in precedenza. A differenza del mercato primario in cui l’arte viene venduta direttamente dall’artista o attraverso la galleria che lo rappresenta, il mercato secondario prevede transazioni tra collezionisti, commercianti e case d’asta. Ma è altresì vero che vi è molta volatilità nel mercato secondario che riflette la natura speculativa e orientata agli investimenti del collezionismo d’arte.

Alti tassi di interesse, l’inflazione e l’instabilità geopolitica

Questi elementi che ben si intersecano tra loro hanno reso gli individui con un patrimonio netto elevato più cauti nei confronti dei loro investimenti, compreso l’arte. Ciò ha frenato la domanda di opere d’arte costose in particolare con pezzi speculativi.

Case d’asta da luogo di intermediazione a soggetto finanziario

La minore spesa per i beni di lusso in Cina è uno dei fattori che pesano sulla domanda di belle arti e colpiscono perciò in prima fila le case d’asta come Sotheby’s o storica rivale Christie’s. Ma non di meno altre che cercano di difendersi invitando il collezionista ponendo stime sempre più basse sul valore, nella speranza che possa creare attenzione e perciò interesse per un eventuale acquisizione dell’opera. Sotheby’s – secondo anche da quanto riportato dal Financial Times – riporta un crollo dell’88% nei suoi utili principali e un calo del 25% nelle vendite all’asta, forse causata anche dalla pressione che il gruppo sta vivendo per poter concludere un investimento con Abu Dhabi che dovrebbe prevedere una partecipazione del fondo Adq che consentirebbe un aumento di capitale di 1 miliardo di dollari da parte del miliardario israeliano Patrick Drahi. Resta comunque reale un improvviso calo di interesse generale per l’arte, un esempio su cui riflettere, è stata la vendita proprio da Sotheby’s a maggio del dipinto di Bacon e che ritraeva il suo amante George Dyer, che aspirava ad un nuovo record ed invece non ha raggiunto il limite inferiore della stima di 30-50 milioni di dollari. E non è il solo caso…

Mercato dell’Arte: quali previsioni?

Possiamo concludere con l’indicazione che ci viene dal rapporto del World economic forum che prevede che le condizioni economiche globali rimarranno incerte per tutto il 2024, con significativi rischi geopolitici ed economici che influenzeranno i comportamenti dei mercati. Ciò si è tradotto in un approccio più cauto da parte degli individui con patrimoni elevati nei confronti degli investimenti in arte, in particolare quelli appartenenti alle fasce di prezzo più elevate.

Tutto questo ha reso molti investitori più conservatori nelle loro spese con ovvio calo dell’interesse dell’arte contemporanea in primis che deteneva da qualche anno il mercato a doppie cifre, visto che gli altri periodi storici erano già in sofferenza e presenti sul mercato a cifre basse o addirittura bassissime. Vie d’uscita a breve? Difficile pensare positivo, gli asset di investimento con tutti i suoi beni di lusso per il momento non trovano “pace” nelle Borse mondiali.

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