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Mercati prudenti tra voto inglese, Trump e Draghi: sale solo l’oro

Sui mercati prevale la cautela in vista di un giovedì di fuoco. Si voterà nel Regno Unito, sotto lo shock dell’ondata di attenzioni che ieri ha investito di nuovo la Francia. Intanto, a Tallin, i vertici della Bce faranno il punto sulla politica monetaria del Vecchio Continente: non dovrebbero esserci annunci, ma Mario Draghi potrebbe cambiare il tono della propria comunicazione visto che i rischi al ribasso sull’economia si sono affievoliti.

Infine a Washington ci sarà la testimonianza al Senato dell’ex capo dell’Fbi William Comey sul Russiagate. Donald Trump ha deciso di non opporsi all’audizione ed intanto, attraverso il solito tweet, si schiera al fianco dell’Arabia Saudita contro il Qatar, reo di solidarietà sospette con il fronte del terrore.

Ma tanta agitazione non basta a giustificazione la discesa del dollaro, ai minimi dall’elezione di Trump, che si combina ad altri segnali di sfiducia per il neo presidente: la discesa del mercato obbligazionario, la corsa all’oro, il pieno recupero del peso messicano, che avrebbe dovuto essere la prima vittima della politica del presidente.

Certo, Wall Street è ai massimi, ma solo grazie alla forza dei “Fang” (Facebook, Amazon, Apple. Google e Microsoft) in costante accelerazione nonostante l’aperta opposizione alla politica del presidente. Insomma, comincia a vacillare la fiducia del Big Business nel presidente. Sia Jamie Dimon, numero uno di JP Morgan, che Josh Bolten, alla guida della potente Business Roundtable, hanno lanciato ieri un monito a Trump. Il messaggio, in sintesi, è: restiamo con te, ma muoviti perché in assenza di riforme la situazione si può deteriorare rapidamente.

TOKYO PIATTA, TONFO DI WAL-MART A NEW YORK

In Asia, la Borsa del Giappone si avvia a chiudere piatta. Bene Toshiba: ristretta a Broadcom e a Wetrn Digital la lista dei potenziali acquirenti della divisione chips. Shanghai guadagna lo 0,8%, sui massimi dell’ultimo mese. Hong Kong in calo dello 0,1%. Mumbai +0,2% in attesa della decisione sui tassi della banca centrale. Sidney +0,1%: il Pil australiano è salito dello 0,3% nel primo trimestre. Prudente Wall Street ma S&P500 e Dow Jones restano comunque vicini ai massimi storici: il Dow Jones perde lo 0,23%, S&P -0,28%, Nasdaq -0,28%.

Gli investitori in cerca di porti sicuri si rivolgono all’oro, ai massimi da circa sette settimane: +1,1%, a 1,293.47 dollari. Oltre il 90% degli economisti prevede che la settimana prossima la Federal Reserve alzerà i tassi. Ciononostante il dollaro resta debole nei confronti dell’euro, che sale a 1,127 da 1,125 della chiusura di ieri. Sul mercato obbligazionario i treasuries decennali guadagnano 10/32 con un rendimento del 2,19% mentre i trentennali segnano un rialzo di 24/32 e rendono il 2,80%.

Sul listino azionario avanza Apple (+0,34%) che ha presentato ieri HomePod, uno speaker che integra l’assistente vocale Siri per varie funzionalità domestiche, come comandi e suggerimento sulle musica e interventi sulla temperature della casa.

Frena Amazon (-0,8%) che ha annunciato di voler abbassare il costi dell’abbonamento Prime per i clienti a basso reddito e che fanno parte dei programma governativo di sussidi.

In forte ribasso i titoli del consumo: Wal-Mart perde l’1,7%. Macy’s precipita dell’8,2% dopo aver avvertito che i margini di guadagno scenderanno ancora nel prossimo trimestre.

QATAR, UNA BATTUTA DI CACCIA ALL’ORIGINE DELLO STRAPPO

Rimbalza il prezzo del petrolio dopo il brusco tonfo della mattinata; il Brent risale a 50,12 dollari al barile in attesa dei dati sulle scorte Usa che potrebbero segnalare il nono calo settimanale consecutivo (attese -3,5 milioni di barili). Il greggio Wti tratta fine seduta a 48.19 dollari (da un minimo di 46,95 dollari). In forte recupero Exxon (+1,4%), Chevron +0,9%. A piazza Affari Eni ha guadagnato lo 0,7% grazie anche alla promozione a Buy da Hold di SocGen (target price salito a 18 euro da 14,50). Mediobanca ha inserito il titolo tra quelli con le migliori prospettive per il secondo semestre 2017. In calo Saipem (-1,5%) e Tenaris (-0,5%).

Gli investitori temono che la rottura delle relazioni di diversi Stati arabi con il Qatar possa compromettere l’accordo all’interno dell’Opec per contenere la produzione di greggio. Il Financial Times ha rivelato che all’origine dello scontro tra regni del Golfo Persico c’è una battuta di caccia al falcone trasformatasi in tragedia: il Qatar avrebbe pagato in aprile un colossale riscatto da circa 1 miliardo di dollari per ottenere la liberazione di 26 membri della casa reale rapiti nel dicembre del 2015 nel Nord dell’Iraq, dove si trovavano a caccia. Settecento milioni di dollari sarebbero stati versati a Kata’ib Hizbollah, milizia scita vicina all’Iran, il resto ad un gruppo affiliato ad Al Qaeda. Sarebbe questa la ragione che ha spinto Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein a isolare il Qatar, accusato essere finanziatore dell’Isis e dell’Iran. Doha ha respinto le accuse.

MILANO RESISTE, VIGILIA ELETTORALE CALDA A LONDRA

Solo Piazza Affari è sfuggita, grazie alle utilities, al rosso che ha distinto gli altri listini del Vecchio Continente. L’indice Ftse Mib (+0,1%) ha segnato un timido rimbalzo a quota 20.760, ben lontano dai 21 mila punti della scorsa settimana. Parigi è scesa dello 0,73% e Francoforte dell’1,04% dopo essere stata ferma ieri per la Pentecoste. Madrid perde lo 0,20%,

Londra è in sostanziale parità (-0,01%) a due giorni dal voto. Per Deutsche Bank una vittoria laburista provocherebbe un calo del Footsie superiore a quello della Brexit. Le ultime previsioni vedono i Conservatori vincenti 42% a 38% secondo Yougov mentre il sondaggio di Survation stima un quanto mai incerto 41% a 40%.

In Italia prosegue il cammino verso le elezioni anticipate. La proposta di legge elettorale oggi comincia ad essere votata alla Camera. C’è subito da superare lo scoglio delle pregiudiziali di costituzionalità: secondo Angelino Alfano la modalità di ripartizione dei collegi, basata sul censimento del 1991 e non sull’ultimo, è contraria alla Costituzione.

La fiducia degli investitori della zona euro è salita in giugno ai massimi da quasi un decennio, sostenuta dai promettenti segnali in arrivo dall’economia della regione. L’indice elaborato dal gruppo di ricerca tedesco Sentix si è attestato a 28,4 punti, in rialzo dai 27,4 di maggio, toccando il livello più alto da luglio del 2007. Il dato supera le attese degli economisti, fissate a 27,5. Le vendite al dettaglio nell’Eurozona ad aprile sono aumentate dello 0,1% su base mensile, in linea alle attese del consenso, e del 2,3% a livello annuale.

IL TESORO PRONTO A LANCIARE UN NUOVO BTP 30

La possibilità di un voto anticipato al prossimo autunno ha convinto il Tesoro ad anticipare il collocamento del Btp a 30 anni inizialmente previsto per il prossimo ottobre. Il ministero dell’Economia ha affidato ieri a Bnp Paribas, Citigroup Global Markets, Goldman Sachs, Hsbc France e UniCredit il mandato per il collocamento di un nuovo Btp trentennale con scadenza il 1 marzo 2048.

Ieri pomeriggio il rendimento dell’attuale trentennale di riferimento – primo settembre 2046 cedola 3,25% – ha toccato un massimo di seduta a 3,384%, salvo poi rientrare in chiusura a 3,351%. Sulla curva dei rendimenti si è visto nelle ultime sedute un deciso irripidimento sul tratto 10/30. Il precedente titolo trentennale marzo 2047, cedola 2,70%, è stato collocato a febbraio dell’anno scorso per 9 miliardi, a fronte di una domanda superiore ai 25 miliardi, al rendimento di 2,758%. In chiusura su piattaforma TradeWeb rende 3,372% da 3,32% in asta a metà maggio. Il premio di rendimento Btp/Bund sul segmento a dieci anni continua intanto ad oscillare intorno ai 200 punti base.

BANCHE EUROPEE SOTTO STRESS: AFFONDA BANCO POPULAR

È stata un’altra giornata difficile per le banche, ma alla fine l’indice di settore italiano ha chiuso in leggero rialzo (+0,25%) grazie alla buona tenuta dei big Unicredit (+0,7%) e a Intesa invariata. Più debole l’indice di settore europeo (Stoxx -0,6%). A Francoforte Deutsche Bank perde l’1,6%, a Parigi Société Générale -1,4%.

Tra i peggiori in Piazza Affari Banco Bpm (-1,6%) e Bper (-1,5%). Ubi (+0,8%) ha azzerato le perdite della mattina dopo la notizia che Keefe Bruyette & Woods ha alzato il giudizio a Outperform da Market Perform, spingendo il target price a 4,71 euro da 4,15 euro.

Da segnalare la pioggia di vendite su Banca Carige (-4,3%), nel timore che i contrasti tra il primo azionista Vittorio Malacalza e il Ceo Guido Bastianini possano portare alle dimissioni di alcuni consiglieri, anche tra quelli indicati dallo stesso Malacalza. Lo scontro finale avverrà in Cda, fra tre giorni.

Tra i focolai di crisi in Europa, accanto alle banche venete, si aggravano i guai del Banco Popular (-6%) precipitato dopo il taglio del rating da parte di Moody’s.
Da inizio anno il titolo perde il 65% contro il +16% registrato dall’indice Ibex della borsa di Madrid. Ieri c’è stato l’incontro tra il presidente Emilio Saracho e l’ad Ignacio Sanchez Asain con i responsabili della supervisione bancaria della Bce per cercare di trovare una soluzione alla crisi che sta spingendo l’istituto nel baratro del bail in. Il gruppo francese Credit Mutuel, che controlla il 4% del capitale, ha deciso di rinunciare al suo posto nel consiglio di amministrazione dell’istituto. Nei giorni scorsi Blackrock aveva ridotto la partecipazione dal 4% al 1,7%.

A proposito di Popolare Vicenza e Veneto Banca Pierpaolo Baretta, sottosegretario all’Economia intervenendo al congresso First Cisl, ha detto ieri che il fallimento delle due banche venete in crisi avrebbe effetti sistemici non solo per la Regione ma per l’Italia. Per questo, il governo esclude l’ipotesi di bail-in ma aspetta il via libera di Bruxelles per la richiesta ricapitalizzazione precauzionale.

ENEL PREMIATA TRA I BUONI, SALE A2A

Piazza Affari ha beneficiato della buona tenuta delle utilities, i titoli più difensivi: Enel (+1,4%) riconfermata nel Ftse4Good, indice che classifica le migliori aziende in base alla loro performance in ambiti quali la lotta al cambiamento climatico, la governance, il rispetto dei diritti umani e l’anticorruzione. A2A +1,8%, Terna +1,1% e Snam +0,8%. In lieve calo Telecom Italia (+0,4%), positiva Mediaset (+0,2%).

Tra gli industriali netto ribasso di StM (-1,4%), mentre Leonardo è salita dello 0,5%. In rialzo anche Cnh Industrial (+1%). Il resto della galassia Agnelli chiude in bianco e nero: Ferrari +0,87%, Fca -0,72% ed Exor -1,3%. Ma per la Juventus è ancora profondo rosso: -10,97%.

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Perdono quota i titoli del lusso e in particolare Yoox (-2,8%) e Moncler (-1,8%).

TONFO DI PININFARINA E CTI

Tra i titoli minori, Pininfarina perde l’8,5% circa dopo che ieri sono stati dati i dettagli dell’aumento di capitale. Cti Biopharma scivola dell’11,7% a Milano dopo l’annuncio dell’offerta da 45 milioni di dollari di azioni privilegiate convertibili.

Categories: Finanza e Mercati