La netta vittoria di Syriza alle elezioni in Grecia ha innervosito i mercati asiatici, dove l’indice regionale MSCI Asia Pacific sta scendendo dello 0,4%. Gli effetti più appariscenti sono comunque sul cambio dell’euro, che è sceso ai livelli minimi da 11 anni, e quota 1,117 contro dollaro nel primo pomeriggio giapponese. Lo yen, che beneficia nei momenti di tensione, si è rafforzato ancora di più contro euro e segna 131,5 (solo due mesi fa l’euro cambiava a quasi 150 contro yen). Rispetto al dollaro la moneta giapponese quota 117,6.
L’altra ‘vittima’ della giornata è il petrolio, che è sceso ancora a 45 $/b (WTI – il Brent quota 48,3). Di conserva all’ennesimo scivolamento del greggio sono scese la corona norvegese e il dollaro australiano. Anche lo yuan cinese si è indebolito contro dollaro Usa e quota al livello più basso da giugno: 6,25 (negli ultimi due giorni il calo della moneta cinese è stato il più forte dal 2008).
La volatilità dei mercati potrebbe continuare oggi in Europa e in America. Anche se la vittoria di Syriza si rivelerà, quando il polverone si fosse depositato, positiva per l’Europa, le incertezze sono oggi elevate. I futures azionari su Wall Street segnalano un calo dello 0,6%.