Crescono volatilità e incertezza dopo le misure sul franco svizzero
La ‘bomba’ lanciata nelle sale degli operatori della banca centrale svizzera ha fatto vittime sui mercati. A parte le perdite inflitte a molti debitori in franchi svizzeri, una mossa così forte e inattesa ha introdotto incertezza sui mercati, e innalzato il grado di volatilità. A farne le spese è stato l’euro (1,163 contro dollaro), che si è indebolito nella prospettiva, confermata dalla mossa svizzera, che la Bce avvierà fra breve un’operazione di espansione quantuitativa estesa ai titoli pubblici. Il franco svizzero, massicciamente rivalutato, si è assestato intorno alla parità con l’euro (era a quota 1,20 prima dell’annuncio).
La fuga verso beni e valute rifugio ha avvantaggiato l’oro, che quota intorno a 1260 $/oncia, e lo yen, che si è rafforzato intorno a 116 contro dollaro. In campo azionario l’indice regionale MSCI Asia Pacific segna, nel primo pomeriggio giapponese, un -0,6%, e il Nikkei, che soffre con lo yen forte, perde quasi il 2%. In controtendenza la borsa di Shanghai (+1,1%) che si avvia a registrare la più lunga serie settimanale positiva degli ultimi otto anni. Il greggio WTI quota 46,7 $/b, e il differenziale con il Brent (48,6) è tornato ad allargarsi. Negativi (-0,6%) i futures azionari su Wall Street.