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Mercati: la Cina preoccupa le Borse asiatiche

Sono crollati i mercati asiatici, approfondendo il maggior declino settimanale dell’anno, dopo che la terza più importante banca cinese ha registrato un inatteso calo dei profitti e sulla scia di rinnovate preoccupazioni sul fronte della crescita di Pechino. I metalli sono rimbalzati, trascinati dallo stagno, i cui corsi sono sostenuti da timori sul fronte degli approvvigionamenti. L’indice MSCI Asia Pacific Index è scivolato dello 0,7% alle 11.47 del mattino a Tokyo, avvicinandosi a una perdita settimanale dell’1,6%, la maggiore dal periodo terminato il 16 dicembre. Il rame è cresciuto dello 0,8% e lo stagno dell’1,4 per cento. Lo yen ha corretto il suo maggior guadagno settimanale quest’anno. 

Tutto è cominciato quando Agricultural Bank of China (il terzo istituto di credito cinese) e China Unicom (Hong Kong, il secondo più importante gruppo di telefonia mobile del Paese)) hanno registrato utili inferiori alle aspettative, dando fiato ai timori sulla crescita economica cinese. Il Nikkei 225 Stock Average (NKY) è quindi scivolato dell’1%, seguito dal Hang Seng Index (-0,9%), e dallo Shanghai Composite (-0,5%).

Sul fronte monetario si segnala la caduta dello yen sul dollaro (-0,4%). La valuta nipponica ha limato così il suo guadagno settimanale allo 0,7 per cento. Il dollaro neozelandese ha guadagnato lo 0,3% sul dollaro americano, dopo aver perso fino all’1,2% a seguito di nuove stime, molto più pessimiste, sulla crescita economica.

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