Capire i mercati è sempre difficile ma oggi sta diventando quasi impossibile. Colpa delle tante incognite che caratterizzano l’avvio del 2012: il futuro dell’euro e la sostenibilità o meno del debito pubblico in Europa, la bolla immobiliare cinese, le prossime elezoni presidenziali e l’entità della ripresa in America. E pensare – annota ironicamente sul Sole 24 Ore Walter Riolfi nel suo commento di Borsa settimanale – che “nel settembre del 2005, nel pieno della ritrovata euforia, gli economisti di GaveKal, una stimata società di analisi finanziarie con sede ad Hong Kong, proclamarono il ritorno di una nuova età dell’oro e scrissero un saggio che ebbe grande successo (“Our Brave New World”, Questo nostro audace nuovo mondo) in cui spiegavano, numeri alla mano, come gli anni successivi avrebbero sancito il trionfo dell’economia mondiale e la glorificazione dei mercati finanziari. A distanza però di oltre sei anni, tutte le Borse, compresa Wall Street, si ritrovano più basse di allora e per di più senza apprezzabili prospettive”.
La verità è che oggi – continua Riolfi – “non abbiamo la minima idea di come si svilupperà il 2012 e di come andranno le cose nei prossimi cinque anni” perchè troppe sono le incognite in campo che possono radicalmente cambiare gli scenari. “Per questo – scrive il commentatore di Borsa del Sole – fa sorridere l’ottimismo degli quegli analisti che vedono lo S&P a 1.600 punti fra 12 mesi o il pessimismo di quanti lo immaginano crollare a 600. Di certo c’è che la riduzione dei debiti è sempre un processo lungo e doloroso dopo una bolla speculativa. E se qualcuno spiega che “questa volta è diverso” è sempre da considerare un falso profeta”.