I mercati si muovono in altalena all’insegna della volatilità e dell’incertezza in attesa del G20 e del vertice di questo pomeriggio sulla questione del referendum greco. Dopo un rimbalzo iniziale, in Europa è tornato il segno a metà mattinata e ora le Borse viaggiano di nuovo positive: il Ftse Mib viaggia in rialzo all’1,10%, il Dax, dello 0,84%, il Cac dello 0,88% mentre e solo il Ftse 100 continua a muoversi in calo dello 0,22%.
Sul fronte della Grecia, la bomba scoppiata tra le mani dell’Unione Europea con l’annuncio shock del primo ministro greco George Papandreou di voler sottoporre a referendum il salvataggio del Paese, rischia di vanificare il lavoro fin qui fatto e apre di nuovo lo scenario di default. “Un lancio di dadi”, ha definito il referendum il presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick.
Un clima teso che non beneficia della notizia sul rinvio del bond Efsf: il fondo salva-Stati Efsf avrebbe infatti deciso di rinviare la programmata emissione di bond per 3 miliardi di euro a causa della situazione dei mercati. L’euro si risolleva dai minimi di ieri a 1,3778 contro il dollaro.
SPREAD STABILE A 430 PUNTI INDICE PMI SULLA MANIFATTURA AI MINIMI DI 28 MESI
Lo spread tra il bund tedesco titolo di Stato decennale italiano, l’anello debole del rischio contagio europeo della crisi del debito, oggi è stabile attorno ai 430 punti dopo essere schizzato ieri a 455 punti base, livello mai raggiunto prima. Il premier Silvio Berlusconi ha convocato per oggi alle 20 un consiglio dei ministri straordinario per varare alcune delle misure anticrisi contenute tra gli impegni della lettera alla Ue di settimana scorsa. Intanto sul fronte della crescita, l’indice Pmi sulla manifattura italiana è crollato a ottobre al minimo da 28 mesi segnando un valore di 43,3 da 48,3 di settembre e molto sotto le attese degli analisti di 47,1. Alla base del calo la diminuzione marcata della produzione in un contesto di debole domanda interna ed estera. Siamo così di fronte al terzo mese consecutivo in cui l’attività manifatturiera in Italia secondo l’indice Pmi Markit/Adaci si attesta sotto la soglia 50, spartiacque tra una situazione di crescita (sopra) e di recessione (sotto).
MINIRIMBALZO PER LE BANCHE
A Piazza Affari continua il rimbalzo delle banche su cui si sono riversate le vendite di ieri: Unicredit sale del 3,91% mentre si avvicina l’appuntamento di novembre con il nuovo piano industriale, il primo firmato Ghizzoni dopo l’uscita di Alessandro Profumo. Mps sale del 2,70% e Intesa del 2,39%. In evidenza Mediolanum con un rimbalzo del 3,71%. Non ce la fa ad accodarsi ai rimbalzi del settore invece Bpm (-3,60% con diverse sospensioni), zavorrata dall’aumento di capitale in corso (anche i diritti perdono terreno in calo del 19%). Certo, guardando ai recenti aumenti di capitale delle banche (e specialmente Mps), il copione è stato quello di un crollo dei diritti nei primi giorni di negoziazione e poi cospicui rialzi, anche fino al 40-50%.
STM DICE GRAZIE A NOKIA FINMECCANICA TRASCINATA AL RIBASSO DALLE PAROLE DELL’AD ORSI
Tra i migliori spicca anche Stm che beneficia della scelta da parte di Nokia di avere ST-Ericsson, joint venture fra Stm ed Ericsson, come fornitore dei suoi prossimi cellulari. In rialzo anche Fiat spa (+1%) e Fiat Industrial (1,77%).
Crolla invece Finmeccanica (-3,39%) dopo le parole dell’ad Giuseppe Orsi che ha smentito l’esistenza di trattative per la cessione di AnsaldoBreDa e Oto Malera destinate invece a una partnership nel settore ferroviario. Intanto, il piano industriale di Finmeccanica dovrebbe essere presentato la prossima settimana. Male anche A2A (-1,59%), dopo che sono usciti in questi giorni i dettagli sull’accordo con Edf su Edison, Snam Rete Gas (-1,23%) e Luxottica (-1,06%).