BORSE FERME IN ATTESA DEL VOTO TEDESCO
BERNABE’: TUTTA TELECOM SI CHIAMERA’ TIM
Alla fine della settimana dei colpi di scena, le Borse segnano il passo. Prevale l’attesa per il voto tedesco di domenica.
A Tokyo l’indice registra una modesta discesa, attorno allo 0,22%, nonostante la promessa del presidente della Bank Of Japan, Haruhiko Kuroda, di proseguire con l’allentamento finché i prezzi non saranno stabili. Dall’inizio di gennaio la Borsa giapponese registra un rialzo del 41%. Ancor più importante il segnale in arrivo dal mercato immobiliare: per la prima volta da cinque anni è in ascesa il prezzo dei terreni nelle prime tre città del Paese.
Correggono, dopo l’euforia post Fed, i listini emergenti aperti: Thailandia -0,2%, Indonesia -0,9%.
Buona parte delle Borse asiatiche è chiusa stamane per festività: China, Taiwan, Hong Kong e Corea del Sud.
Wall Street dopo le giornate dei record record ha scelto la cautela, puntando l’attenzione sulle elezioni tedesche di domenica prossima. L’indice Dow Jones è sceso dello 0,26%, lo S&P 500 dello 0,22% e il Nasdaq si è apprezzato dello 0,15%. Il rendimento dei T-bond decennali si è assestato al 3,69% (contro il massimo di martedì al 3,01%).
Il prezzo del petrolio è in calo dopo i toni distensivi adottati dal presidente iraniano, Hassan Rohani. Al Nymex il Light crude è arretrato di 1,68 dollari a 106,39. Il brent stamane è trattato a 108,70.
Oro stabile a 1.363 dollari l’oncia dopo il balzo del 4% di ieri.
BERLINO L’INCOGNITA DEGLI EUROSCETTICI
Anche per l’Europa le previsioni sono orientate, per quanto riguarda la seduta odierna, alla prudenza.
I riflettori sono puntati sulla vigilia delle elezioni tedesche; scontata l’affermazione del cancelliere Angela Merkel, resta aperto il nodo delle alleanze. I liberali, oggi al governo assieme a Cdu-Csu, rischiano di non superare il quorum del 5% (ma è in arrivo il sostegno della Cdu). In tal caso arebbe inevitabile la Grosse Koalition con i socialdemocratici. Ancor più caldo l’enigma degli euroscetticI: se supereranno la soglia del 5%, potranno intralciare in maniera efficace la politica Ue, grazie all’arma del ricorso alla Corte Costituzionale.
PIAZZA AFFARI A 18 MILA (40.000 NEL 2007)
L’euro ha chiuso sopra quota 1,35 dollari e al top da tre anni e mezzo sullo yen. La moneta europea passa di mano a 1,3536 dollari, dopo aver aggiornato il massimo da 5 mesi sul biglietto verde a 1.3568 dollari.
Le Borse Ue, spinte dalle decisioni della Fed, hanno chiuso la giornata ai massimi da 5 anni. L’indice paneuropeo Ftse 300 è tornato ai livelli precedenti la crisi finanziaria.
La Borsa di Londra ha guadagnato l’1%, Parigi +0,8%, Francoforte +0,6%.
Volkswagen è finita in ribasso del 2,1%: secondo le rivelazioni del mensile Manager Magazin, rischia di non raggiungere gli obiettivi di utile del 2015.
Forte ribasso a Parigi di Axa -2,3%.
L’indice FtseMib ha concluso la seduta sopra i 18.000 punti per la prima volta dall’agosto 2011. Nel dettaglio, l’indice si è assestato a quota 18.059 con un progresso dell’1,4%. Ma, a differenza di quel che vale per il Dax di Francoforte o l’americano S&P 500, il listino italiano è distante anni luce dai lvelli del 2007 (oltre 40 mila punti).
Sul mercato dei titoli di Stato si registra il continuo miglioramento del Btp con il rendimento del decennale sceso al 4,28%. Lo spread è a quota 236, in calo di 3 punti base.
GOLDMAN PROMUOVE LE BANCHE ITALIANE
Grande giornata per i finanziari.
Il rialzo è stato guidato dalle banche, sostenute da un report di Goldman Sachs che segnala il miglioramento della struttura patrimoniale degli istituti di credito italiani e conclude alzando il target price di Intesa +3,6% e Unicredit +2,6%: quest’ultima è indicata come la banca più attraente (best pick) in Italia.
Guadagni consistenti anche per Banco Popolare+1,8% e Pop.Milano+2,2%.
MontePaschi ha chiuso in calo dello 0,1%: secondo il presidente Alessandro Profumola finestra per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi potrebbe essere superiore a 12 mesi, estendendo il termine massimo indicato dalla Commissione europea.
Forte progresso delle società del risparmio gestito: Azimut +3,5%,Mediolanum +4,8%.
Poco mosse le assicurazioni: Fondiaria-Sai è avanzata dello 0,3%- Generali invariata.Morgan Stanley ha alzato il target price sul titolo a 13,5 euro da 13 euro ma il livello resta sotto le attuali quotazioni e la raccomandazione è stata confermata a underweight.
Forte ribasso a Parigi di Axa -2,3%.
TLC, ANCORA INCERTO L’AUMENTO DI CAPITALE
Telecom Italia – 0,25%. Ieri si è tenuta una riunione informale del board della società: “è stato un pranzo tra amici. Ci vuole un po’ di pazienza”, si è limitato a dichiarare il consigliere d’amministrazione Tarak Ben Ammar. In realtà, durante il pranzo il presidente Franco Bernabé ha illustrato un progetto ambizioso: trasformare Telecom in una holding sotto cui le attuali divisioni si trasformeranno in altrettante spa. La holding dovrebbe cambiare nome: da Telecom a Tim, il brand operativo più noto, secondo la strada già battuta da France Telecom ribattezzata Orange. Nessuna novità, invece, sulla sorte di Telco o sull’aumento di capitale che potrebbe essere trattato nel cda del 3 ottobre.
Intanto l’azienda ha lanciato il collocamento di un bond a 7 anni dal valore massimo di un miliardo di euro. L’emissione si è chiusa con successo: il rendimento è pari al 5,054%.
Giornata no per Mediaset-1,3%, declassata da Barclays che ha tagliato la raccomandazione da equalweight a underweight e il target price da 3,3 euro a 3,15 euro. In calo anchel’Espresso-3,2%.
Fra i titoli industriali il migliore è Prysmian +2,3%, StM è salita dell’1,1%, Pirelli +1,9%. Marcia indietro di Fiat -0,4%.
Fra le utility, buon rialzo di Enel +2% e di A2A+1,3%.
Fra le mid e small cap riflettori su Tamburi che ha guadagnato il 3,1% .
Amplifon – 1,66%. A una presentazione a Parigi ieri il Cfo della società ha avvertito che la revisione regolatoria in Olanda farà scendere l’ebitda del gruppo di 15 mln di euro, più vicino quindi a 130 mln di euro rispetto all’attuale stima del consenso a 139 mln. Kepler Cheuvreux conferma il rating reduce sul titolo, in netto calo in bors