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Mercati, grande attesa per Draghi: Qe al bivio

Dateci più tempo. L’Sos rivolto alla Vigilanza Europea è stato lanciato mercoledì dai vertici di Monte Paschi riuniti a Milano con gli advisor di JP Morgan e Mediobanca per tentare in extremis di evitare che la banca debba ricorrere all’intervento dello Stato. Ma il salvataggio pubblico è assai gradito da Piazza Affari. come dimostra il balzo in avanti del titolo, ieri +10,8% ai massimi da maggio. La Borsa, insomma, tifa per una soluzione “tombale”, lasciando alla politica l’onere di come distribuire l’inevitabile prezzo tra risparmiatori e contribuenti. Un macigno che peserà su tempi e modalità della crisi di governo salutata da un rally dei mercati quasi surreale, vista la situazione delle banche nostrane.

LA BCE AL BIVIO SUL QUANTITATIVE EASING

Ma l’euforia dei listini si spiega con l’attesa delle decisioni che si accinge  prendere la Bce.Il direttorio dovrà scegliere oggi se prorogare per sei mesi, da marzo a settembre, la scadenza degli acquisti di titoli per 80 miliardi al mese (la soluzione più accreditata) oppure se ridurre l’importo a 60 miliardi ma per una durata di nove mesi. La differenza in termini assoluti è minima ma, sul piano politico, una riduzione dell’importo degli acquisti mensili sarebbe interpretata come una concessione di Mario Draghi alle pressioni dei falchi della Bundesbank. Un segnale di debolezza pericoloso, vista la fragilità delle banche italiane.

Toccherà allo stesso Draghi trovare l’ennesima quadratura del cerchio, confidando nell’aiuto inatteso in arrivo da oltre Oceano: la forza del dollaro, combinata con l’attesa di un aumento della spesa di Washington sta dando una grande manifattura Ue  mentre il rialzo del petrolio avvicina la ripresa dell’inflazione. La ripresa è a portata di mano, a tutto vantaggio anche delle banche. Purché in via di guarigione.

ASIA IN SALITA, S&P NUOVO RECORD

Meteo Borsa a due velocità. Apparente bonaccia in mattinata, pomeriggio condizionato dai venti in arrivo dalla Bce. Aria di  grande fermento sul resto dell’economia globale.

Avanzano le Borse asiatiche sull’onda dei guadagni dei listini in Usa e in Europa. Da segnalare a Tokyo +0,8% il balzo in avanti di Tepco +11,8%. Il gestore della centrale nucleare di Fukushima ha ottenuto prestito a tasso zero a compensazione delle spese per la decontaminazione del sito.
Brillante Sidney +1,2%: i prezzi del ferro sono trascinato all’insù dalla ripresa della domanda mondiale. Hong Kong+0,8%. Stabile Shanghai.
 
Prende velocità il rally delle Borse Usa, con nuovi record assoluti per il Dow Jones +1,55% a 19,549,62 punti e per lo Standard &Poor’s 500 +1,32% a 2.241,35, Il Nasdaq guadagna l’1,14%,
Nuovo record assoluto anche per il Dow Jones Transportation +2,5%, l’indice che è considerato il segnale quasi infallibile delle tendenze dell’economia, vista il netto rialzo.
A favorire il Toro, infine, ha contribuito nel pomeriggio l’avvio di un programma automatico di acquisti sul listino per 3 miliardi di dollari. 
In  questa cornice è proseguita  la corsa di  Goldman Sachs +1,8% , ancora una volta la migliore blue chip. JP Morgan +0,45% ha assorbito in poche ore la multa (337 milioni di dollari) inflitta dalla  Commissione Europea  per aver truccato i prezzi sull’euribor.

L’effetto Trump stavolta ha colpito l’industria dei pharma, già entusiasta per la sua elezione. In un’intervista a Time, che lo ha eletto uomo dell’anno, il neo presidente è stato drastico: “Abbasserò i prezzi delle medicine. Non mi è piaciuto quel che ho visto succedere ai prezzi di farmaci”. Immediata la reazione di Wall Street: Pfizer perde il 2,5% a 30,5 dollari, minimo dell’ultimo mese. Arretra l’intero comparto farmaceutico -0,8%, fa peggio il biotech -2,9%.

In lieve rialzo stamane i prezzi del petrolio a fronte di un dollaro più debole: il Brent risale a 53,04 dollari dopo aver perso ieri 93 centesimi; il Wti tratta a 49,90 (+ 1,10 dollari rispetto a ieri).
A Piazza Affari sono saliti i titoli petroliferi: Eni +1%,  Saipem +1,3%, Tenaris +1,3%. 
 

MILANO ANCORA LEADER. DEUTSCHE BANK ALLA RISCOSSA

L’euforia di Piazza Affari ha contagiato ieri le altre Borse europee, elettrizzate dalla prospettiva del direttorio della Bce. Die Handelsblatt non ha escluso che oggi la banca centrale prenda in esame l’acquisto di titoli azionari.

Alla testa del movimento resta Milano +2,1%, indice FtseMib oltre barriera dei18 mila punti (18.130).
Giornata positiva per Londra +1,81% (in attesa del verdetto d’appello sull’obbligo di un voto parlamentare per la Brexit; Parigi, +1,36%; Madrid 0,75%.
Fra i listini del continente svetta Francoforte: +1,96% sull’onda di un’economia in ottima salute.  Gli ordini all’industria tedeschi sono cresciuti a ottobre del 4,9% rispetto a settembre contro un consensus di +0,6%.
Brilla la stella di Deutsche Bank +5,40% considerata fino a pochi mesi fa la grande malata d’Europa. Il titolo, che a settembre era sceso sotto la soglia dei 10 euro, ha chuso ieri a 17,48 euro, dopo aver recuperato in queste settimane più del 60% del suo valore.

MIGLIORA LO SPREAD, SOTTO PRESSIONE IL TARGET 2

 Le dimissioni del premier Matteo Renzi non hanno depresso il secondario italiano. Lo spread Italia/Germania si è allargato leggermente nel pomeriggio, ma si è mantenuto sui minimi da circa un mese a 155,50 punti base Il decennale italiano tratta attorno a 1,91%.
Tra i segnali negativi il peggioramento del Target2 italiano, che registra le passività del Paese sul sistema di pagamento dell’Eurosistema. Il dato è salito a 358,612 miliardi di euro dal precedente record di 355,459 miliardi registrato a ottobre.Il debito Target2 viaggia ormai ampiamente sopra il picco dell’agosto 2012 (289,320 miliardi), toccato nella fase più intensa della crisi finanziaria della zona euro. Nell’ultimo numero del proprio bollettino economico, uscito a metà ottobre, Bankitalia è tornata a sottolineare che l’evoluzione del debito Target2dell’Italia è “in larga misura” conseguenza della creazione di liquidità derivante dagli acquisti effettuati da via Nazionale stessa nell’ambito del programma di Qe.Inoltre Bankitalia osserva che l’aumento dipende dalla riduzione della raccolta obbligazionaria delle banche italiane sui mercati esteri e dalla diversificazione del portafoglio delle famiglie in favore del risparmio gestito, con una “rilevante quota” di fondi di diritto estero.

MUSTIER: PER L’AUMENTO FAREMO DA SOLI

Stamane  Unicredit, (ieri +9,42%), ha annunciato l’accordo con Powszechny Zaklad Ubezpieczen (Pzu) e Polski Fundusz Rozwoju (Pfr) per la cessione di una partecipazione pari al 32,8% del capitale sociale di Bank Pekao.
Il prezzo concordato per la vendita della partecipazione in Pekao è uguale a 123 zloty per azione o 10,6 miliardi equivalente a 2,4 miliardi di euro, pari a 1,42 volte il patrimonio netto al 30 settembre. In parallelo, al fine di completare la dismissione dell’intera partecipazione nella società, UniCredit intende lanciare un’operazione di mercato per la cessione della partecipazione residuale in Bank Pekao pari al 7,3% del capitale sociale attraverso l’emissione di certificati equity-linked garantiti da pegno sulle azioni.

Ieri sera, entrando alla Scala il numero uno Jean Pierre Mustier ha detto: “Faremo da soli”, rispondendo all’eventualità di un intervento statale per l’aumento di capitale. In più sulla crisi politica ha commentato: “L’Italia è un paese fantastico. Per noi le elezioni non creeranno problemi”. Il manager non ha voluto commentare l’entità dell’aumento di capitale che potrebbe essere fino a 13 miliardi secondo indiscrezioni. “No Way – ha detto – aspettate martedì” . Non è esclusa la cessione di un’ulteriore quota di Fineco +1,2% che ieri è stata fra i titoli meno brillanti del settore. Per quanto riguarda la cessione di Pioneer al gruppo francese Amundi si fa strada l’ipotesi che l’operazione preveda una parte di pagamento anche con azioni proprie (fino al 10% del capitale).

MONTE PASCHI: AL MERCATO PIACE LA SOLUZIONE DI STATO   

Protagonista di giornata è stata Monte Paschi +10,79% nel giorno in cui si riuniva il cda per fare il punto sulla ricapitalizzazione. La partita si gioca ormai  su due fronti: da un lato l’istituto ha chiesto più tempo alla Bce per effettuare l’operazione andando oltre la scadenza prevista del 31 dicembre, sperando che l’evoluzione della crisi politica convinca il fondo sovrano del Qatar ed altri investitori  ad effettuare l’aumento di capitale.  Dall’altro sono sempre più concrete le ipotesi alternative basate  sull’ingresso dello Stato nel capitale, il cosiddetto piano B: un aumento di capitale “precauzionale”, la conversione forzosa dei bond subordinati con una qualche forma di compensazione per i risparmiatori che hanno sottoscritto quei bond nel 2008.

Il cosiddetto piano B sarà inserito nel decreto omnibus che dovrebbe comprendere le norme sulle Bcc e le modifiche alla legge sulle Popolari.

Rialzo a doppia cifra per Bper +10,41%, tra le Popolari recuperano Bpm +6.29% e Banco Popolare +6,38%.  Mediobanca +4,80%; Ubi Banca +4,69%.

GENERALI, TELECOM, LEONARDO:LA FESTA DELLE BLUE CHIP

L’effervescenza ha contagiato buona parte delle blue chips:

Continua il volo di Generali +7,33%. Segue Banca Generali +5,67%: continua il rally innescato  dai giudizi positivi degli analisti sulla raccolta di novembre.
Telecom Italia +5, 085, Vivendi ha rafforzato la sua quota nel capitale al 24,19%. Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform e il target price a 1,23 euro
Leonardo Finmeccanica +3,05%. Gli analisti di Bank of America-Merrill Lynch hanno alzato il giudizio a buy da neutral, target price a 15,5 euro.
Fiat Chrysler +1,17%  resta tra le top pick di Morgan Stanley con raccomandazione overweight e prezzo obiettivo a 11 euro. 
In coda al listino principale invece  Luxottica -1,39% e A2a -1,35%.

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