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Meloni-Trump: le cancellerie Ue spiazzate dal caso Sala. L’assalto all’Europa con tutte le sue incognite

Il viaggio lampo di Giorgia Meloni negli Usa, ufficialmente motivato dal caso Sala, consolida il suo ruolo come pilastro europeo per Trump, spiazzando l’Europa. L’asse con Trump e Musk potrebbe ridisegnare gli equilibri transatlantici, con impatti ancora incerti per l’Italia e la Ue

Meloni-Trump: le cancellerie Ue spiazzate dal caso Sala. L’assalto all’Europa con tutte le sue incognite

Se è vero che la scelta esatta dei tempi è una delle qualità fondamentali che si attribuiscono a chi sceglie di fare politica il viaggio lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago da Donald Trump potrebbe passare per un piccolo “capolavoro”. Ma è bene non lasciarsi fuorviare da sorrisi e abbracci e non sottovalutare tutti gli effetti collaterali del gesto che al momento sono difficilmente calcolabili.

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Il caso Sala: l’incoronazione di Meloni come pilastro europeo di Trump

La ricerca di una soluzione per il caso Sala è stata subito sbandierata come giustificazione più che plausibile per la missione segreta che ha avuto però l’effetto di “incoronare” per il prossino futuro la Meloni come solido punto di riferimento di Trump in Europa. È pur vero che già prima della Meloni il leader ungherese Orban si era precipitato a Mar-a-Lago alla corte del presidente eletto per accreditarsi come partner europeo privilegiato ma è sulla Meloni che la nuova amministrazione (e soprattutto il “king maker” Elon Musk) conta per costruire una nuova “narrazione” del rapporto transatlantico rispetto al passato. 

Anche qui la tempistica è fondamentale. Giorgia Meloni, ha detto Trump “è una donna fantastica e ha davvero preso d’assalto l’Europa”. È lei il leader forte che Washington sostiene per una Ue dove la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è al momento alle prese con una brutta polmonite che la terrà lontana da Bruxelles. Senza contare lo sfaldamento dell’asse di testa franco-tedesco con Macron concentrato sulle questioni interne e la Germania alla vigilia di una difficile tornata elettorale.

Meloni spiazza l’Europa: l’asse con Trump e Musk ridisegna gli equilibri

Un’Europa, insomma, molto diversa dall’attuale quella che sognano Trump e Musk. Un’Europa che si prenda in pieno tutte le sue responsabilità sul commercio e sui costi della difesa senza più pesare sull’aiuto degli Stati Uniti giocando un ruolo più attivo nelle soluzioni delle crisi, dall’Ucraina al Medio Oriente.

In altre parole, la Meloni ha bruciato sul tempo tutti e forse, a questo punto, potrà pure fare a meno di presenziare insieme ai capi di Stato e di Governo di tutto il mondo all’insediamento a Washington di Trump il prossimo 20 gennaio. La decisione del viaggio ha avuto l’effetto di spiazzare le cancellerie europee e la stessa Farnesina dove il ministro Tajani tiene a stento a freno la sua irritazione per non essere stato informato (non così l’ambasciatrice italiana a Washington in regime di prorogatio Mariangela Zappia che era stata però vincolata al silenzio).

Meloni incontra Trump: tra caso Sala e “guerra ombra” Usa-Iran

“Bella serata con Donald Trump, che ringrazio per l’accoglienza. Pronti a lavorare insieme” ha scritto la Meloni subito dopo la visita al presidente eletto. Nel quartier generale del tycoon a ricevere l’inquilina di Palazzo Chigi c’erano anche Marco Rubio, prossimo segretario di Stato Usa, e Tilman Fertitta, prossimo ambasciatore in Italia. Meloni è “un’ottima alleata” e “una leader forte”, ha detto Rubio.

Per rendere accettabile l’incontro si è presto diffusa la notizia che il vero “motore” della visita sia stato il caso Sala e i rapporti tra Iran e Stati Uniti nel collegamento tra la detenzione della giornalista a Teheran e l’arresto a Malpensa dell’esperto dio droni Mohammed Abedini su richiesta degli Stati Uniti. Lo stesso Wall Street Journal ha parlato di una “guerra ombra tra Stati Uniti e Iran in cui è rimasta coinvolta l’Italia”. E il New York Times aveva citato una fonte al corrente dell’incontro secondo cui la premier avrebbe “fatto pressioni in modo aggressivo” per parlare della questione Sala.

Meloni-Trump: l’asse che oscura la visita di Biden a Roma

Un viaggio quello della Meloni che farà inevitabilmente passare in sordina la presenza del presidente uscente Joe Biden a Roma da giovedì prossimo per incontrare oltre alla Meloni, Papa Francesco e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Parole di circostanza quelle usate dalla Casa Bianca secondo la quale l’incontro con Meloni “metterà in luce la forza del rapporto tra Stati Uniti e Italia” e vedrà Biden ringraziare l’inquilina di Palazzo Chigi “per la sua forte leadership del G7 nell’ultimo anno. 

Si, va bene, ma cosa c’è da attendersi ora? Il caso Sala sarà risolto come si spera oppure no? E le prime mosse di Trump su difesa e commercio aiuteranno o meno il nostro Paese? C’è chi ha avuto modo di confrontarsi direttamente con il “metodo Trump” ed è l’ambasciatore Piero Benassi che è stato consigliere diplomatico dell’ex premier Giuseppe Conte. Benassi ha ricostruito per Limes quei mesi a Palazzo Chigi senza avventurarsi su previsioni nei rapporti con la Meloni. Ma su alcuni personaggi vicini a Trump, secondo Benassi “sarà bene concentrare una certa attenzione da subito: penso al prossimo segretario di Stato Marco Rubio, a Mike Waltz consigliere per la Sicurezza nazionale e a Brian Hook che guida la squadra per la transizione. Quest’ultimo, già «falco» della prima amministrazione Trump, ha una lunga esperienza come rappresentante speciale per l’Iran, avendo lavorato prima con Rex Tillerson e poi con Mike Pompeo”. E sui rapporti tra Meloni e Musk? Benassi avverte:”La sintonia con Giorgia Meloni potrebbe incidere positivamente, ma la preoccupazione è che vengano favoriti, anche in modo surrettizio, interessi non necessariamente appetibili. Tanto meno in chiave europea. Scenario che andrebbe contro l’urgente necessità per l’Unione Europea di essere unita e coesa. Azzardo metaforicamente che la vicenda di Musk potrebbe rappresentare una «versione americana» delle vie della seta, tanto più perché svolta da un privato, anche se a stelle e strisce”.

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