Oggi15 è andato in scena il primo Question Time alla Camera con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il premier ha risposto alle interrogazioni parlamentari presentate da alcuni deputati su vari argomenti. L’appuntamento è stata anche l’occasione per il primo confronto diretto tra la premier e la neosegretaria del PD Elly Schlein.
Meloni-Schlein: primo faccia a faccia
L’interrogazione della segretaria del PD è stato quello sul tema del salario minimo e il congedo parentale. La Schlein ha chiesto “quali siano le ragioni della contrarietà alla sperimentazione del salario minimo legale, tenuto conto della mancata adozione di misure alternative, nonché di interventi volti a migliorare realmente la condizione delle lavoratrici e dei giovani lavoratori, quali un significativo ampliamento del congedo paritario, coerentemente con le migliori prassi europee”.
In Italia sono oltre 3 milioni i lavoratori (specialmente donne) considerati poveri nonostante un lavoro. Risolvere il problema della precarietà aiuterebbe a anche a superare la “crisi di natalità tanto a cuore al governo” ha spiegato la Schlein. Altro punto nel quale bisogna intervenire per la neosegretaria è quello dell’estensione del congedo parentale che aiuterebbe molte donne nel lavoro.
“È vero, c’è un problema, chi ha governato fino ad ora, purtroppo ha reso più poveri i lavoratori italiani e questo governo deve fare quello che può per invertire la rotta. E noi già nei primi mesi di legislatura, pur con le risorse limitate, abbiamo dato dei segnali in questo senso. Siccome abbiamo molto a cuore la questione della denatalità sul tema del congedo parentale sono sempre pronta a confrontarmi” è stata la risposta della Meloni spiegando però di non ritenere il salario minimo la soluzione ma piuttosto di come sia necessario “tagliare le tasse sul lavoro”.
“Signora presidente, le sue risposte non ci soddisfano” – è stata la replica di Elly Schlein – “in passato il Pd ha provato ad approvare il salario minimo. Adesso c’è lei al governo e io sono all’opposizione, non è più il tempo di dare le responsabilità ad altri, ma di dare le risposte. Alla direttiva europea sul salario minimo avete votato si. È vero, siete in carica da soli cinque mesi ma state andando nella direzione sbagliata. Siete una destra ossessionata dall’immigrazione e non vedete le migrazioni dei giovani che sono costretti a causa dei salari bassi a cercare all’estero di andare a realizzarsi”. “La vostra azione si definisce con tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità. Ma la vostra propaganda sta sfumando e verrete giudicati per quello che fate e non per le facili promesse alimentate per anni” è stata la chiusura dell’intervento della segretaria del Pd.
Meloni: per ora No alla ratifica del Mes
Il premier è intervenuto anche sul tema della mancata adesione dell’Italia al Mes. Meloni ha spiegato che la ratifica “necessità di un approfondimento” e “finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedere al Mes. E temo che non potranno accedere neanche gli altri.
Secondo il premier è necessaria una riflessione: “La riforma del Mes non è stata mai portata a ratifica e questo dà la misura di come questo strumento necessiti di un approfondimento. Gli strumenti sono strumenti e si giudicano in relazione alla loro efficacia in un determinato contesto. Il Governo ha ricevuto il mandato del Parlamento a non ratificare la riforma in assenza di un quadro normativo chiaro”.
Nel suo intervento anche un apertura alla proposta del presidente di Confindustria “Bonomi, storicamente sostenitore del Mes, dice che se noi riteniamo che il nuovo regolamento del Mes non sia nell’interesse del Paese e non sia adeguato alle sfide, dovrebbe essere il momento di discutere come usarlo come uno strumento di politica industriale europea. Il tema è che l’Europa potrà affrontare le sue sfide se riesce a fare sistema e proiettarsi verso una politica di sviluppo comune, e la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione dal governo”.
Meloni: sui migranti coscienza a posto
Sul tema dei migranti proposto dal segretario di +Europa Riccardo Magi, la premier ha ribadito di avere “la coscienza a posto, spero che chi attacca il governo ma non spende una parola contro la mafia degli scafisti possa dire lo stesso”. Ha invece attaccato che “per fini politici si finisce per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi ogni giorno rischia la propria vita per salvarne altre e si finisce per calunniare l’Italia intera, offrendo strumenti a chi vuole caricare tutto il peso su di noi invece che assumersi le proprie responsabilità.”