O massima fedeltà alla UE e alla Nato o niente governo: più chiara di così la premier in pectore Giorgia Meloni non poteva essere. È un ultimatum vero proprio quello lanciato a Silvio Berlusconi dopo le ignobili esternazioni pro-Putin del leader di Forza Italia che o è letteralmente uscito di senno oppure ha volutamente rovesciato una tegola sul capo della Meloni che può tradursi in un clamoroso boomerang. La Meloni è stata perentoria anche a costo di mandare all’aria il suo primo governo ma senza la piena fedeltà europeista e atlantista il governo non si farà perché “l’Italia non sarà l’anello debole dell’Occidente”. Su questo non si discute: è lo spartiacque del governo.
Meloni mette un punto: di qua o di là, nessun tentennamento
Il colpo d’ala della Meloni, sicuramente apprezzato dal Quirinale, dalla UE e dagli Usa, è una prova di coraggio e di leadership che rende più chiaro il quadro nel quale può nascere il suo governo ma che non esclude esiti imprevedili. Per esempio: Tajani, che è sicuramente europeista e atlantista ma che non ha mai messo in discussione la leadership di Berlusconi in Forza Italia, può diventare o no il nuovo ministro degli Esteri o ci sarà un generale rimescolamento nella costituenda squadra di governo? D’altra parte, non va mai dimenticato che senza i voti di Forza Italia o di una gran parte di essa la Meloni, anche con il sostegno della Lega e del gruppetto di Lupi, non ha la maggioranza in Parlamento. Le prossime ore si annunciano incandescenti ma il chiarimento politico sulla questione cruciale della collocazione internazionale della Italia non poteva e non può tardare.