X

Meloni in Cina: accordi commerciali e incontro con Xi Jinping, ma dura risposta alla Ue sull’informazione

Imagoeconomica

Un Piano di azione triennale per “rilanciare” la cooperazione bilaterale apre una “nuova fase” nei rapporti tra Roma e Pechino: Giorgia Meloni riallaccia le relazioni con la Cina dopo lo strappo per l’uscita dall’Italia dalla Via della Seta e allo stesso tempo rimarca l’importanza di “rendere le relazioni commerciali sempre più eque e vantaggiose per tutti” e la necessità di giocare “secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità”. La premier italiana incassa la “sponda” del primo ministro cinese, Li Qiang che evoca proprio “lo spirito” della Belt and Road Initiative (“avrebbe assicurato pace, cooperazione e inclusività”) nel ribadire l’opportunità di portare a “nuovi livelli” la cooperazione tra i due Paesi.

Meloni in Cina: la missione fino a mercoledì

La presidente del Consiglio – in missione in Cina fino a mercoledì – viene accolta dal primo ministro cinese nella grande Sala del Popolo, un enorme palazzo-monolite, labirinto di sale tra luci e dipinti, sede delle attività legislative e cerimoniali a pochi passi da piazza Tienanmen. Durante l’incontro con il premier cinese, Meloni annuncia la firma del Piano di azione 2024-2027 per il rilancio dei rapporti tra Italia e Cina in ambiti strategici anche industriali come “la mobilità elettrica e le rinnovabili”, spiega. La gamma di intese abbraccia anche commercio, investimenti, agricoltura e sicurezza alimentare, ricerca e formazione, ambiente, contrasto della criminalità organizzata.

Meloni in Cina: il nodo dei dazi Ue contro il biodiesel di Pechino

Ma il viaggio della premier in Cina si inserisce in un contesto ben preciso: dal 16 agosto entreranno in vigore i primi dazi europei contro il biodiesel di Pechino, anche in virtù di una strategia del de-risking inaugurata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. E si tratta di un contesto che vede il Vecchio continente e il colosso asiatico mai cosi lontani da un punto di vista commerciale. Non tutti i 27 in realtà sono su questa linea: Francia e Germania hanno mal digerito le misure di anti dumping comunitarie ma la conferma di von der Leyen ha deluso le aspettative di chi sperava in un ammorbidimento della strategia Ue verso la Cina.

Il punto di partenza della dottrina del de-risking inaugurata da von der Leyen è la perdita di competitività di Bruxelles rispetto ai giganti americano e cinese. Sarà questa, e von der Leyen lo ha ribadito nel suo discorso di insediamento, una delle emergenze che la nuova Commissione affronterà in via prioritaria. A metà settembre il report di Mario Draghi indicherà una delle possibili vie da seguire: ma una di queste sembra essere già tracciata e passa necessariamente per misure anti-dumping contro le aziende cinesi che, con la copertura statale, vendono prodotti necessari all’Ue. Ma Pechino in questi mesi proverà a sfruttare il suo principale alleato in Europa: l’Ungheria, che è anche presidente di turno. Budapest, mentre l’Ue cerca di allontanarsi da Pechino, ha spalancato le porte a Xi Jinping e agli investimenti diretti del Dragone. L’ultima missione di Viktor Orban a Pechino ha sedimentato un rapporto che per la Cina è sempre più geopolitico.

Meloni, dura risposta alla Ue sulla libertà di informazione

Dopo la Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea ci sono stati “attacchi maldestri e pretestuosi” con “fake news” contro il governo italiano. Lo ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una durissima lettera indirizzata a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

“Qualche giorno fa, come accade ogni anno dal 2020, la Commissione europea ha pubblicato la Relazione annuale sullo stato di diritto dell’Unione europea – ha scritto Meloni – Si tratta di un esercizio periodico, svolto in costante dialogo con i 27 Stati membri, sostenuto e incoraggiato dal Governo italiano in quanto strumento utile a monitorare il rispetto dei principi e dei valori fondanti della Ue”.

“Ebbene, anche quest’anno le raccomandazioni finali nei confronti dell’Italia non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, tuttavia per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano. Qualcuno si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto, in particolare con riferimento alla libertà di informazione e al servizio pubblico radiotelevisivo”, ha proseguito la premier.

“Si tratta quindi di attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa. Dispiace che neppure la Relazione della Commissione sullo stato di diritto e in particolare sulla libertà di informazione sul servizio pubblico radiotelevisivo sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione”, ha aggiunto.

Related Post
Categories: News