Giorgia Meloni torna dall’Arabia Saudita con un bottino di circa 10 miliardi di euro, frutto di una serie di accordi siglati con Riyad in seguito all’incontro con il re bin Salman. Il summit, che si è svolto nella suggestiva cornice del deserto di Al-’Ula, patrimonio Unesco, ha segnato una svolta nelle relazioni tra i due Paesi. “Oggi si apre una fase completamente nuova, una nuova era delle nostre relazioni. Non si tratta solo di affari, ma di costruire strategie comuni,” ha dichiarato la premier durante una tavola rotonda con rappresentanti di istituzioni e imprese: “sono accordi che costituiscono piattaforme su cui costruire insieme ulteriori opportunità”.
L’incontro con il principe ereditario Mohammad bin Salman ha toccato temi globali e regionali, tra cui la ricostruzione di Gaza, la stabilizzazione della Siria e la ricerca di una pace duratura in Ucraina ma anche le convergenze tra il Piano Mattei per l’Africa e la Saudi Vision 2030. Il cuore della visita ha, però, riguardato l’approfondimento del rapporto bilaterale tra Roma e Riyad, elevato a partenariato strategico, con la promessa di organizzare periodicamente un business forum tra le imprese dei due Paesi.
Gli accordi firmati ad Al-‘Ula coprono settori che vanno dall’energia alla difesa, dalle infrastrutture alla cultura, con la partecipazione di circa 20 aziende italiane, tra cui Leonardo, Pirelli, Elettronica e Fincantieri.
Italia-Arabia Saudita: accordi economici e strategici
“Abbiamo molti interessi convergenti. Dobbiamo trovare una sintesi per lavorare insieme in modo duraturo in vari campi,” ha sottolineato la Premir, evidenziando la portata degli accordi, che abbracciano settori cruciali come infrastrutture, agroalimentare e cultura. Tra i progetti di maggiore rilievo, Pirelli ha avviato una joint venture per costruire una fabbrica di pneumatici in Arabia Saudita, mentre Fincantieri ha siglato collaborazioni con Aramco per la cantieristica navale e con Ozone for Military Industries per i servizi logistici navali.
Cassa Depositi e Prestiti ha firmato due protocolli con il Fondo Sovrano Saudita e Acwa Power, focalizzandosi su progetti infrastrutturali e energetici in Africa, in linea con il Piano Mattei. Sace, agenzia italiana di credito all’esportazione, ha garantito un finanziamento di 3 miliardi di dollari per aprire opportunità di export per le Pmi italiane in Arabia Saudita, specialmente nei settori delle infrastrutture e dei trasporti.
Un altro aspetto centrale della visita è stato l’ingresso dell’Arabia Saudita nel Gcap (Global Combat Air Program), con l’interesse saudita a sviluppare un caccia militare di sesta generazione, un processo che richiederà tempo e garanzie. “Stiamo trattando, ma c’è una parte governativa che comanda,” ha spiegato Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo.
Al centro dell’agenda anche la cooperazione culturale. In particolare, è stato avviato un progetto per la creazione di un Museo del Design a Riyad, con la collaborazione italiana. Sono inoltre in programma iniziative per la protezione del patrimonio archeologico e la formazione museale, con il coinvolgimento del Parco Archeologico di Pompei.
Meloni risponde anche alle critiche: “Nessuna contraddizione con le parole passate”
“Le nostre due nazioni, leader nel Mediterraneo allargato, possono ampliare i loro orizzonti ed esplorare nuove opportunità,” ha dichiarato Meloni, sottolineando il ruolo strategico dell’Italia nella Saudi Vision 2030, l’ambizioso piano di diversificazione economica del Regno. In questo contesto, l’Italia si propone come partner privilegiato per la Saudi Vision, forte della sua esperienza nei settori della cultura, del design e della tecnologia.
La visita ha anche sollevato alcune critiche a cui la premier ha risposto fermamente: “Italia e Arabia Saudita hanno interesse a stringere rapporti strategici su diverse materie. Non c’è contraddizione tra quello che dicevo ieri e quello che faccio oggi.” Meloni ha ribadito la sua posizione, difendendo l’iniziativa come un’opportunità per il bene comune, senza supportare attività che potrebbero risultare controverse.
“I rapporti tra Italia e Arabia Saudita,” ha aggiunto la Premier, “sono destinati a crescere, trasformandosi in una cooperazione che abbraccia economia, cultura e geopolitica.”
D’accordo anche l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, che a margine degli accordi ha sintetizzato: “Non si tratta solo di contratti commerciali, ma di costruire strategie industriali di lungo periodo.”