Il Generale Francesco Paolo Figliuolo è un fuoriclasse, come ha dimostrato nella sua vittoriosa battaglia contro il Covid e ha tutte le carte in regola per fare bene anche da Commissario straordinario per la ricostruzione delle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna. La sua nomina è però il frutto dell’ennesima capriola della premier Giorgia Meloni e del vicepremier Matteo Salvini, che non possono credere che tutti gli italiani abbiano la memoria corta. Come ha acutamente ricordato Sebastiano Messina su “la Repubblica”, Meloni e Salvini sono stati durante il Covid tra i più feroci avversari del Generale Figliuolo che – tra gli applausi dei No Vax – accusarono di mettere in atto “misure raggelanti” e di “follia anticostituzionale” quando, nel pieno della pandemia, propose l’uso del green pass per ristoranti e trasporti pubblici.
Ora però Meloni e Salvini dimenticano tutte le critiche del passato e ripescano il Generale Figliuolo per l’emergenza alluvione dell’Emilia-Romagna. Meglio tardi che mai. Però si vede lontano un miglio che il ripensamento su Figliuolo è del tutto strumentale ed è valso solo a sbarrare la strada al Governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che a detta anche di Governatori della destra sarebbe stato il Commissario ideale per gestire il dopo-alluvione, come dimostrò in occasione del sisma del 2012. Ma agli occhi degli elettori della Meloni e di Salvini il Governatore Bonaccini ha un torto irredimibile: è il Presidente del Pd e questo rende irrilevanti le sue indiscusse qualità manageriali. Per fortuna la scelta alternativa è caduta sull’ottimo Figliuolo, ma il vulnus al buon senso resta eccome. Perciò Meloni e Salvini giù dalla torre.