Chi avrebbe mai detto che il goffo interventismo della premier del Governo di destra-centro, Giorgia Meloni 2.0, avrebbe finito per ammaliare anche la sinistra massimalista dei Cinque Stelle e della Cgil, per non dire della Sinistra italiana di Nicola Fratoianni e perfino dell’ala pro-Schlein del Pd? E’ il populismo, bellezza, e tu non ci puoi fare niente. Bastava leggere la pioggia di interviste di Ferragosto del leader dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e del segretario della Cgil, Maurizio Landini sulla sovratassa sulle banche per rendersene conto. Ma sulla stessa lunghezza d’onda ci sono le dichiarazioni entusiastiche dei giorni scorsi del segretario della Sinistra italiana, Fratoianni, che dopo la beffa sulla patrimoniale alla Camera ha spinto i più spiritosi a parlare di asse Meloni-Fratoianni, e sorprendentemente del responsabile economico del Pd, Antonio Misiani.
Meloni contagia i Robin Hood de noantri: da Conte a Landini, da Fratoianni a parte del Pd
Dopo la riduzione del prelievo sugli extraprofitti delle banche, deciso in fretta e furia dal Governo, l’euforia delle diverse anime della sinistra massimalista si deve essere un po’ raffreddata ma verba manent, le parole sono pietre e sono tali da delineare un orientamento neopopulista a sinistra che individua negli extraprofitti delle società (un giorno qualcuno spiegherà come si calcolano gli extraprofitti ?) il nemico da battere. Fratoianni era stato tra i primi ad esultare e l’8 agosto aveva dichiarato a Sky: “La tassa sugli extraprofitti delle banche è cosa buona e giusta, finalmente ci sono arrivati anche loro (del Governo). Se servono risorse vanno prese da chi ha accumulato enormi profitti sulla speculazione e sulla crisi degli altri. Ora però un consiglio: continuino con le assicurazioni, le industrie farmaceutiche, quelle militari e quelle energetiche“. E’ la stessa linea sostenuta ieri sulla stampa da Giuseppe Conte e Maurizio Landini che non si domandano nemmeno lontanamente quali effetti nefasti avrà la tendenza Fratoianni sulla credibilità dell’Italia sui mercati finanziari e quante difficoltà ulteriori incontrerebbe un Paese che deve finanziare il proprio abnorme debito sui mercati se si rivelasse inaffidabile. Se poi gli investitori internazionali scappano a gambe levate o non osano avventurarsi neanche per gioco in Italia, non c’è da meravigliarsi.
Extratassa non solo per le banche: anche assicurazioni e industrie militari, energetiche, farmaceutiche sotto tiro
Il leader dei Cinque Stelle ha addirittura rivendicato la primogenitura della tassazione sugli extraprofitti delle banche (“Hanno seguito una nostra ricetta ma l’hanno scritta male”) e ha aggiunto: “Questa logica (Ndr di tassare gli extraprofitti) andrebbe estesa al settore bellico, energetico, farmaceutico e assicurativo”. Non molto dissimile l’orientamento di Landini espresso in modo più rozzo su La Stampa: “Se con le banche si vuole indicare che non ci sono tabù, bene”. Per il segretario della Cgil però la norma è troppo edulcorata e rischia di liberare “una scarsa quantità di risorse”. Ma quel che gli interessa evidenziare e che è un preludio della spinta massimalista futura è che “non solo sono le banche ad aver fatto extraprofitti” e così la Cgil si salda alla tendenza Fratoianni-Conte e fa proseliti nella maggioranza pro-Schlein del Pd. Dopo l’ex ministro Andrea Orlando, è stato il responsabile economico del Pd, il senatore Antonio Misiani ad inneggiare su Repubblica all’extratassa sui “margini ingiusti” delle banche voluta da Giorgia Meloni in versione decisione e dirigista: “Meglio tardi che mai. Meloni copia Pedro Sanchez: in Spagna questo provvedimento sulle banche l’hanno adottato a dicembre 2022″, cioè in piena campagna elettorale. E poco importa che l’extratassa spagnola sia stata il frutto di cinque mesi di serrata consultazione con le parti sociali e che sia destinata a cadere se Sanchez non riuscirà a restare al Governo.
Non basta che fosse la Meloni a gettare alle ortiche con la populista mossa sulle banche la sua incipiente credibilità internazionale, ora il partito dei Robin Hood de noantri promette di fare nuovi proseliti e di allargarsi a sinistra saldando gli opposti populisti da cui l’Italia può solo aspettarsi guai grandi. La lotta alle diseguaglianze è sacrosanta ed è un imperativo civile e morale prima che economico ma non tollera scorciatoie. Non ci sono pasti gratis, immaginari Robin Hood.