“Giorgia è prepotente e offensiva: non si può andare d’accordo”. L’attacco di Silvio Berlusconi a Giorgia Meloni è esplosivo. Ma non lo è da meno la replica. In politica tutto può cambiare in un amen ma in queste ore prevedere che si formi un Governo di tutto il centrodestra a guida Meloni, che fino all’altroieri sembrava dietro l’angolo, è a dir poco un azzardo. Le avvisaglie di uno scontro interno al centrodestra si erano già manifestate ieri dopo il plateale Vaffa nell’aula di Palazzo Madama di Berlusconi al futuro Presidente del Senato, Ignazio La Russa, quando il leader di Forza Italia si è reso conto che le sue richieste di tre ministeri sarebbero passate in cavalleria. E quando i senatori di Forza Italia hanno preso platealmente le distanze dalla maggioranza votando scheda bianca e negando il loro consenso a La Russa che però – beffa delle beffe per Berlusconi e capolavoro tattico della Meloni – è stato votato lo stesso Presidente di Palazzo Madama grazie all’imprevisto sostegno di una pattuglia di parlamentari dell’opposizione. Ma il carico da undici è arrivato oggi quando hanno cominciato a circolare le fotocopie di un appunto di Berlusconi durissimo verso la Meloni: “Giorgia è prepotente e offensiva: non si può andare d’accordo”. Inutilmente La Russa ha chiesto a Berlusconi di smentire i suoi appunti e di definirle fake news, ma la risposta del numero uno di Forza Italia non è mai arrivata. E in serata la Meloni ha gettato benzina sul fuoco rendendo plastica la spaccatura con Berlusconi quando, in risposta alla richiesta di un commento di un giornalista de La 7, ha seccamente liquidato la questione in tre parole lapidarie: “Non sono ricattabile”.
MELONI E BERLUSCONI AL BIVIO: RIAPPACIFICAZIONE O NIENTE GOVERNO
Che cosa succederà ora? I casi sono due: o Meloni e Berlusconi trovano il modo ricucire spianando la strada al Governo di centrodestra a tre oppure il Governo nasce zoppo perchè, senza l’appoggio di Forza Italia, la Meloni in Parlamento non ha la maggioranza. I numeri, sottovalutati all’indomani delle elezioni del 25 settembre, parlano chiaro. Al Senato la maggioranza è di 104 voti ma quelli di Fratelli d’Italia (66) e della Lega (29) fanno 95 e non bastano: decisivi sono i 18 voti di Forza Italia, a meno che la Meloni e Salvini – il cui asse si è consolidato nelle elezioni dei due nuovi Presidente delle Camere (uno a FdI e uno alla Lega) – non puntino a spaccare e a colonizzare subito la pattuglia parlamentare berlusconiana. Stesso discorso alla Camera dove la maggioranza è fissata a 201 ma Meloni e Salvini da soli non ci arrivano senza i voti determinanti di Berlusconi perchè Fdi ha 119 deputati e la Lega 66 per un totale di 185 voti, lontanissimo dalla soglia fatidica dei 201 voti.
MELONI NON ACCETTA RICATTI DA BERLUSCONI MA DA SOLA NON HA LA MAGGIORANZA: CHE FARA’ MATTARELLA?
E allora? Allora si aprono scenari impensabili fino a qualche giorni fa quando la strada di un Governo di tutto il centrodestra a guida Meloni sembrava praticamente già fatto e aspettava solo l’incarico del Presidente Mattarella alla leader della destra che ha vinto le elezioni. Il tempo per un chiarimento tra Meloni e Berlusconi ovviamente c’è ancora ma la Meloni, che ha vinto le elezioni e che sente di avere il vento nelle vele, non ha nessuna intenzione di fare concessioni (“Non sono ricattabile”) nella distribuzione delle poltrone ministeriali e gioca duro. Tanto è vero che un suo fedelissimo ha dichiarato al Corriere della Sera: “Giorgia ha dimostrato che non si fa scaricare addosso le tensioni che hanno gli altri due partiti: o la seguono oppure è pronta a tutto. Anche a andare a votare“. Incredibile. Vedremo quali altre sorprese ci riserverà questa vicenda paradossale a soli venti giorni dalla chiusura delle urne elettorali e alla vigilia dell’avvio delle consultazioni del Quirinale per la formazione del nuovo Governo che inizieranno la settimana prossima e alle quali i falchi di Forza Italia meditano di presentarsi da soli e non insieme a Fratelli d’Italia e alla Lega che, come è visto, non hanno la maggioranza.