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Meeting Rimini, la standing ovation a Draghi è uno schiaffo a chi lo ha pugnalato e al sovranismo

La standing ovation dei giovani del Meeting di Rimini a Mario Draghi è una scommessa sul futuro e un appello a non disperdere l’Agenda Draghi, che è fatta di metodo e di contenuti, di capacità di risolvere i problemi e di tenere alta la credibilità internazionale dell’Italia

Meeting Rimini, la standing ovation a Draghi è uno schiaffo a chi lo ha pugnalato e al sovranismo

La standing ovation e i 33 applausi che ieri hanno accolto il discorso di Mario Draghi al Meeting di Rimini, popolato come sempre da una gran quantità di giovani, andranno pure presi con prudenza (il giorno prima gli applausi erano andati a Giorgia Meloni) ma valgono più di ogni parola. E sono non solo l’apprezzamento per il linguaggio della verità e della speranza sull’Italia che il premier ha, come al solito, sfoggiato, ma uno schiaffo a chi due mesi fa ha pugnalato alla spalle l’italiano più stimato al mondo e affondato uno dei migliori governi degli ultimi decenni del Paese. Ma come si fa a defenestrare un premier come Mario Draghi e un Governo come il suo? Chissà se, ascoltando la standing ovation di Rimini, Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che, per ragioni meschine, hanno firmato il regicidio, si saranno almeno un po’ vergognati dei loro atti. Sarebbero ora che lo facessero almeno davanti a se stessi.

Draghi, un discorso rivolto al futuro

Ma il discorso di Draghi non era rivolto al passato ma soprattutto al futuro e non a caso, fin dalle sue prime parole, il premier ha detto ai giovani che sono la “speranza della politica” e ha caldamente invitato tutti ad andare a votare il 25 settembre. Perchè era rivolto al futuro? Perchè Draghi, con il suo stile elegante e al tempo stesso sobrio, ha invitato le forze politiche a non disperdere l’eredità del suo Governo che ha dovuto affrontare emergenze spaventose come la pandemia e la guerra ma ha portato a casa risultati che sono sotto gli occhi di tutti, a partire dal rimbalzo del Pil del 6,6% del 2021 che non avveniva da decenni se non dai tempi del miracolo economico. Per non parlare della pioggia di soldi che sta arrivando all’Italia col Pnrr, che qualcuno vorrebbe maldestramente rivedere senza sapere bene quel che comporterebbe.

L’agenda Draghi come eredità

Ma l’eredità del Premier non è fatta solo di parole o di legittima soddisfazione per i risultati raggiunti: la sua eredità è l’Agenda Draghi, che è metodo e contenuti al tempo stesso. Ossia capacità di risolvere tempestivamente i problemi e credibilità internazionale. Tutto il contrario del protezionismo e dell‘isolazionismo che “non sono l’interesse nazionale” ha detto Draghi a chi deve intendere. Grande SuperMario.

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