Un’altra azione militare israeliana in Libano rende sempre più tesa e incandescente la situazione in Medioriente. Questa volta obiettivo di Tsahal è stato un alto ufficiale militare di Hezbollah, che – come spiegato da una fonte dello Stato ebraico – “ha svolto un ruolo di primo piano nella direzione delle operazioni militari nel sud” del Libano, ovvero dall’area da dove da tre mesi gli Hezbollah libanesi sferrano attacchi quasi quotidiani contro Israele. L’uomo è stato ucciso “in un attacco israeliano che ha preso di mira la sua auto nel villaggio di Khirbet Selm”, a una decina di chilometri dal confine con Israele, ha aggiunto la fonte che ha chiesto l’anonimato.
L’annuncio di Hezbollah
Solo nel pomeriggio Hezbollah ha annunciato la morte del “comandante Wissam Hassan Tawil“, “caduto in combattimento”. Si tratta del più alto responsabile militare di Hezbollah ucciso da quando la formazione libanese ha “aperto il fronte” con Israele per sostenere Hamas palestinese, suo alleato. Il raid è scattato a pochi giorni dalla morte del numero due di Hamas, Saleh Al-Arouri, e di altri sei leader e dirigenti del movimento in un attacco attribuito a Israele il 2 gennaio. Il bombardamento mirato, in quell’occasione, ha preso di mira un ufficio dell’organizzazione palestinese nella periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, che a strettoi giro ha quindi lanciato ben sessantadue razzi in un’azione di rappresaglia contro una base militare nel nord dello Stato ebraico.
Il rischio escalation e il ruolo di Blinken
Le due uccisioni operate dalle forze israeliane, come detto, rischiano di accendere la miccia di un’escalation bellica nell’area, già caldissima dal 7 ottobre scorso. Oggi il capo della diplomazia americana Antony Blinken è impegnato nel suo tour regionale, il cui obiettivo, secondo i funzionari americani, è proprio quello di evitare che il conflitto “tracimi” oltre i confini della Striscia di Gaza. In questo Blinken è appoggiato dall’Ue. Sabato a Beirut, il capo della diplomazia dell’Unione europea, Josep Borrell, ha dichiarato da parte sua che il Libano non dovrebbe essere “trascinato in un conflitto regionale”. “È imperativo evitare un’escalation regionale in Medioriente”, ha affermato Borrell, che ha incontrato un rappresentante di Hezbollah.