Utili sopra le attese per Mediobanca nel primo semestre chiuso il 31 dicembre. Da giugno a dicembre i profitti della società guidata da Alberto Nagel sono cresciuti del 28% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 526 milioni di euro. Gli analisti si aspettavano invece utili pari a 482 milioni di euro. Prendendo in considerazione il solo secondo trimestre, l’utile ha registrato un rialzo del 25,4% a 264 milioni di euro a fronte dei 220 milioni attesi dal mercato
Il semestre di Mediobanca
Oltre a i profitti record, nel semestre occorre segnalare il forte aumento di ricavi, saliti del 12% a 1,459 miliardi, con un margine d’interesse in rialzo a 734 milioni (+2% a/a). Nel solo secondo trimestre i ricavi sono saliti del 7% a 753 milioni.
Tornando ai sei mesi, le commissioni sono aumentate del 15,8% a 443,2 milioni, i costi di struttura sono saliti del 7,2% a 633,4 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 43% ”malgrado la stagionalità dei costi (+8% le spese del personale e +7% le spese amministrative), accentuata dalla forte ripresa dell’operatività e dal continuo investimento in distribuzione ed innovazione”, sottolinea Mediobanca in una nota.
La società ha confermato il payout ratio al 70%.
Il patrimonio
Passando ai dati patrimoniali, il coefficiente Cet1 phase-in è passato dal 16,3% al 15,4% includendo il pay-out del 70%, anche per l’avvio del buyback che pesa per circa 65 punti base. Il dato fully loaded è calato così al 14,1% dal 15,1%. ll totale attivo è salito da 82,6 a 89,1 miliardi con impieghi e raccolta in aumento. In particolare, gli impieghi verso la clientela solo saliti del 4,9%, a 50,8 miliardi), un rialzo dovuto agli apporti Corporate and Investment Banking (21 miliardi contro 19,3 miliardi), al Consumer (13,3 miliardi contro 12,9 miliardi) e ai mutui ipotecari CheBanca! (da 11,1 a 11,3 miliardi); in lieve calo il Leasing (da 1,8 a 1,7 miliardi). La raccolta è invece cresciuta del 5,5% a 59,3 miliardi, grazie alla spinta del wealth management (a 27,2 da 25,2 miliardi), che copre il 46% della provvista complessiva. Le attività finanziarie del wealth management crescono nel semestre da 71,5 a 79,4 miliardi per effetto di nuovi flussi pari a 4,4 miliardi, di cui 2,9 miliardi nell’ultimo trimestre.
Infine, le moratorie in essere ammontano a circa 373,4 milioni (0,7% contro 1,4% degli impieghi lordi di giugno 2021), in contrazione dopo il picco di maggio 2020 (circa il 5% degli impieghi) e rappresentano circa il 15% del totale concesso durante la pandemia (2,5 miliardi).
I risultati delle singole divisioni
Sul fronte infine dell’andamento economico delle singole divisioni, il wealth management chiude il semestre con un utile di 72,4 milioni (+54,4%), il credito al consumo con 190 milioni (+38%), il Corporate & investment banking con 131,7 milioni (-22,7%), il Principal investing con 185 milioni (+43,8%) con book value della partecipazione in Generali salita da 3.663,1 a 3.761,9 milioni dopo utili per 186,5 milioni.
Le stime di Mediobanca per il secondo semestre
Per i prossimi sei mesi Mediobanca stima “una stabilizzazione dei volumi creditizi anche se proseguirà il recupero del credito al consumo, prodotto a maggior marginalità”. “Buone la pipeline dell’Investment banking e le attese di redditività del wealth management – aggiunge l’istituto – che dovrebbe beneficiare delle accresciute masse medie e della costante attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti per la clientela’. “Sulla base dell’intensa attività commerciale si prevede un solido sviluppo dei ricavi che potrà essere tuttavia influenzato dalla maggiore volatilità dei mercati e dalla minore incidenza di elementi non ricorrenti’, conclude Piazzetta Cuccia.
Il titolo Mediobanca
Dopo la pubblicazione dei conti il titolo Mediobanca allunga il passo e guadagna il 2% a 10,565 euro.