Mediobanca chiude la stagione dei conti societari con risultati oltre le attese. Nell’esercizio 2015-16, concluso a giugno e contrassegnato da uno scenario difficile e turbolenze sui mercati, l’istituto di Piazzetta Cuccia ha registrato un utile netto di 605 milioni (+2%), quando le attese erano in media per 570 milioni. L’andamento – spiega un comunicato del gruppo bancario – è stato favorito dalla positiva evoluzione dell’attività bancaria e dall’ampia diversificazione del business. “Fonte di crescita sensibile” è stato in particolare il settore di credito al consumo con un utile netto raddoppiato a 171 milioni. Il profitto operativo del gruppo è salito dell’11% a 736 milioni, a fronte di un consensus di 705 milioni.
I ricavi totalizzano 2,047 miliardi (+0,1%) e toccano i “massimi storici”, come segnala il comunicato. Tra gli elementi distintivi anche il rapporto cost/income (44%) e la qualità degli attivi con un Texas ratio al 16%. Le rettifiche su crediti sono calate del 21% a 419 milioni. Gli indici di capitale si mantengono elevati, oltre il 12% (Cet 1 al 12,6% fully phased e 12,1% phased in) “pur scontando 75 punti base di deduzione dell’investimento in Generali per l’anticipo nel quarto trimestre del 50% della deduzione attesa al gennaio 2019”.
Il cda di Mediobanca ha così deciso di proporre all’assemblea degli azionisti, fissata per il 28 ottobre prossimo, l’assegnazione di un dividendo di 27 centesimi, in pagamento dal 23 novembre, in aumento dell’8% rispetto ai 25 centesimi del precedente esercizio. Il pay out sale ora al 38%.
Per quanto riguarda il quarto trimestre del 2015-16, Mediobanca segnala un utile netto in crescita del 34% a 162 milioni. I ricavi registrano una live flessione a 528 milioni da 530 milioni. Il trimestre è stato contrassegnato da una tenuta del margine di interesse (a 301 milioni da 303 milioni), da una ripresa delle commissioni nette (+4% a 114 milioni), un ulteriore calo delle attività deteriorate (lorde e nette -4%) e da un forte contenimento degli attivi ponderati per l’ottimizzazione dei rischi mercato e la parziale deduzione di Generali. Gli Rwa di Gruppo sono scesi da 60 miliardi a 53,9 miliardi. “I risultati del 2015-16 sono molto buoni in un contesto di mercato molto difficile e di bassi tassi d’interesse” ha commentato l’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, presentando i conti del 2015-16 alle agenzie stampa. Il manager ha preannunciato il nuovo piano strategico per novembre.
“MPS OPERAZIONE CORAGGIOSA, SPIEGATA BENE A MERCATO SARA’ OK”
Nel corso della conference call seguita alla pubblicazione dei conti, Nagel ha poi affermato che Mediobanca è disposta a valutare un intervento in Atlante 2. Nagel si è soffermato su Mps ed ha aggiunto che “è un’operazione molto importante non solo per il sistema bancario italiano. E’ un’operazione coraggiosa, perché è la prima volta che si affronta in modo radicale il problema degli Npl in una grande banca italiana”. “Riteniamo che questa operazione spiegata bene al mercato avrà una buona ricezione”, ha aggiunto, ricordando che Mediobanca ha “dato una disponibilità e un impegno assieme a tante altre banche a partecipare alla ricapitalizzazione” del Monte dei Pascchi.
DA BREXIT IMPATTO “CONTENUTO” SU PRESENZA A LONDRA
La Brexit avrà un impatto “piuttosto contenuto” sulla presenza di Mediobanca a Londra. “In Gran Bretagna abbiamo una branch, non una subsidiary, quindi il tema del passporting Ue non ci tocca, perché siamo evidentemente una realtà europea. Da questo punto di vista non prevediamo che Mediobanca Corporate and Investment Banking debba spostarsi da Londra sulla base dei fatti conosciuti”, ha risposto Nagel ad una domanda nel corso della conference. Quindi – ha aggiunto – “l’impatto per noi è destinato ad essere piuttosto contenuto”, mentre il problema del “passporting colpirà le realtà non europee che lavoravano in Europa dal Regno Unito e che ora verosimilmente dovranno spostarsi in Paesi Ue”. L’impatto sull’economia britannica dalla Brexit, sarà comunque, “importante e non positivo” con una contrazione della crescita.
GENERALI E RCS
Infine, le partecipazioni. Per la vendita della quota Rcs, dopo il cambio della guardia nell’azionariato e l’arrivo di Urbano Cairo al comando, “aspettiamo che il prezzo risalga oltre il valore di carico di 1,2 euro“, ha detto Nagel. Stessa filosofia per la cessione del 3% in Generali: saranno importanti prezzi diversi dagli attuali, ha aggiunto. Come dire, ci vuole ancora un po’ di tempo.