Mediobanca archivia il primo trimestre dell’esercizio 2014-2015 con utile netto di 160 milioni di euro, oltre le attese degli analisti (che non andavano oltre i 120 milioni) ma in calo del 6,5% rispetto ai 171,2 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno scorso, quando però il risultato includeva utili da dismissioni per 79,5 milioni, contro i soli 4 milioni del periodo luglio-settembre 2014.
L’istituto fa sapere inoltre che i ricavi consolidati si sono attestati a 525,4 milioni, per una crescita del 24,5%. “Il nostro outlook è positivo – ha detto l’amministratore delegato della Banca, Alberto Nagel, in merito alle prospettive dell’esercizio iniziato nello scorso giugno –. Prevediamo un recupero della redditività delle attività caratteristiche bancarie e quindi di avere, a parità di altre condizioni, una redditività sostenuta più da componente ricorrente ordinaria rispetto allo scorso anno allorquando abbiamo avuto un contributo importante da cessioni di partecipazioni”.
In scia a queste notizie, a meno di un’ora dall’avvio degli scambi il titolo in Borsa di Mediobanca guadagna oltre due punti e mezzo percentuali, a 6,81 euro, secondo miglior rialzo del Ftse Mib dopo il rimbalzo di Mps (+4%).
Quanto alla nuova fase di consolidamento del sistema bancario italiano che si aprirà nei prossimi mesi, Mediobanca punta a un ruolo di regia e non da attore in operazioni di fusioni e acquisizioni: “Noi pensiamo di operare come banca d’affari in un processo che porterà sicuramente sia a rafforzamenti patrimoniali che a consolidamenti – ha continuato Nagel –, magari non nell’immediato ma sicuramente nei prossimi 18 mesi. Noi non siamo interessati ad M&A, anche perché abbiamo intrapreso una strada di forte innovazione nel modello di retail, basato molto sia sulla parte tecnologica che di convenienza di prodotti per la clientela, Quindi, una acquisizione o un matrimonio tra CheBanca! e una realtà di tipo molto diverso non avrebbe senso”.
Sul versante delle cessioni, invece, Mediobanca proseguirà lungo il cammino previsto dal piano industriale nella seconda parte dell’esercizio 2014-2015, dopo che il primo trimestre (luglio-settembre) si è chiuso senza operazioni di rilievo da questo punto di vista. Il Ceo ha confermato in ogni caso l’intenzione di uscire da Telecom Italia, di cui Mediobanca detiene in trasparenza l’1,6% attraverso una partecipazione nella holding Telco, che è in corso di scioglimento: “La cessione dipende dal placet delle authority, ma riteniamo che entro il 30 giugno si possa perfezionare”. Per quanto riguarda la partecipazione in Rcs, ferma al 6,2%, Nagel ha aggiunto che la cessione “dipenderà dai prezzi e dal mercato”.
Sul fronte delle verifiche da parte della Bce, l’ad ha sottolineato che Piazzetta Cuccia ha “pienamente superato” sia stress test sia Aqr e perciò non avrà bisogno d’interventi sulle coperture né sul capitale. “Il nostro regolatore ha svolto un ruolo di grande professionalità e aiuto per tutti gli operatori italiani e ha spiegato bene la situazione – ha commentato ancora Nagel –. Giudico molto positivo che alla fine solo due intermediari italiani abbiano da fare piani di rimedio e non necessariamente con aumenti di capitale. Quindi io do un giudizio molto positivo di come il sistema Italia è uscito da questo stress test”.
Infine, il Ceo di Mediobanca ha ribadito il proprio supporto all’azione dell’Esecutivo: “Per quanto riguarda la legge di Stabilità, non mi permetto di commentare singoli provvedimenti – ha concluso –. Osservo solo che gli sforzi che questo governo sta facendo per rendere più competitivo il sistema Italia vanno supportati e accompagnati e non soltanto criticati. Con le critiche non si costruisce un sistema più competitivo”.