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Mediobanca-Unioncamere: medie imprese in salute

La tradizionale indagine annuale di Mediobanca e Unioncamere sui bilanci testimonia ancora una volta che, pur tra le difficoltà della congiuntura economica, le medie imprese industriali italiane, hanno performance migliori delle grandi e piccole aziende – In 10 anni fatturato cresciuto del 35% e del 43% all’estero – Le imprese del Mezzogiorno crescono allo stesso ritmo di quelle del resto d’Italia.

Mediobanca-Unioncamere: medie imprese in salute

Le medie imprese italiane guardano con ottimismo al 2016. A dirlo è l’indagine annuale pubblicata da Mediobanca e Unioncamere, che rileva la crescita sostenuta delle medie imprese, che competono ad armi pari con la concorrenza tedesca e che registrano un’equilibrata distribuzione della ricchezza tra capitale e lavoro.

Nord est: record per densità di medie imprese

A livello regionale, il Nord Est segna la densità più alta di medie imprese manifatturiere (sul totale di 3283 aziende prese in esame, che assicurano il 16% circa del valore aggiunto e delle esportazioni dell’industria manifatturiera italiana), a partire dal Veneto, seguito dalla Lombardia, l’Emilia Romagna, il Trentino-Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e l’Umbria.

Le medie imprese tra il 2005 e il 2014

Nel decennio preso in considerazione dallo studio, quello compreso tra il 2005 e il 2014, le medie imprese hanno registrato una crescita del fatturato pari al 35%, più del doppio rispetto alla manifattura, +14%. Il fatturato non è mai sceso sotto i livelli iniziali, neanche nel momento peggiore della crisi economica. Un risultato possibile soprattutto grazie al forte presidio dei mercati esteri, dove le medie imprese hanno realizzato una progressione del 63% in questi anni.

A crescere, nelle medie imprese, è anche la base occupazionale, +11% rispetto al 2005, grazie anche all’aumento del 26% del valore aggiunto. Migliora anche la struttura finanziaria, con debiti in calo al 69% dei mezzi propri.

La quota di vendite all’estero delle medie imprese è pari al 43% delle vendite, per i gruppi maggiori al 90%. La proiezione verso l’estero, però, si concilia con un alto mantenimento di impianti e maestranze sul territorio nazionale. I mercati di sbocco principali sono l’Eurozona (65% delle vendite), le Americhe (11%) e il resto d’Europa (9%).

Le medie imprese nel Mezzogiorno

Una delle notizie positive del rapporto è l’andamento delle medie imprese nel Sud Italia: sebbene meno numerose, infatti, le imprese del Mezzogiorno procedono alla stessa velocità di quelle del resto d’Italia: valore aggiunto +35% sul 2005, esportazioni +85%, occupazione +10%.

Fuori dalla crisi

La crisi, secondo il rapporto di Mediobanca e Unioncamere, ha operato una selezione severa tra le imprese più meritevoli e quelle meno. Le prime hanno ridotto la propria rischiosità del 20% circa, mentre le seconde hanno registrato un forte aumento della propria rischiosità, che è quasi raddoppiata.

Nei rapporti finanziari, a farla da padrone è il settore bancario, che alimenta il 90,1% del debito finanziario complessivo delle medie imprese, che nell’ultimo biennio hanno accresciuto la dotazione di mezzi propri per 3,5 miliardi di euro.

Sul fronte delle medie imprese, dal 1996 ad oggi il costo del lavoro e la produttività sono cresciuti entrambi del 55%, mentre la base occupazionale ha segnato un aumento del 27%.

Previsioni per il futuro

Il clima economico attuale non sembra essere particolarmente stimolante. Dopo un 2015 brillante, le medie imprese industriale vanno incontro ad un annata più interlocutoria. In ogni caso, nel corso dell’anna passato, le società con un fatturato in crescita erano il 46,1%, contro il 20,2% di società che segnalano difficoltà.

Il rallentamento della domanda mondiale potrebbe, inoltre, porre un freno alle esportazioni delle nostre imprese, anche se il settore agroalimentare sembra non conoscere nessuna battuta d’arresto: il 40,1% delle aziende del settore attende di poter migliorare le proprie vendite nel 2016.

Per il 2016, inoltre, quasi il 68% delle medie imprese dichiara di aver messo in programma degli investimenti. Ammonta, inoltre, al 45% la quota di medie imprese che si sono impegnate in produzioni più rispettose dell’ambiente e che hanno adottato tecnologie energy solving.

Rimane, tra le aziende italiane, un forte radicamento sul territorio: il 77% delle medie imprese non ha mai considerato di spostare le proprie produzioni all’estero e solo circa il 14% ha effettuato investimenti all’estero nell’ultimo triennio.

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