Solo il 5% delle medie imprese italiane è promosso a pieni voti con il rating di “innovatore” nello studio “It’s all about IT” realizzato da Mediobanca Research in collaborazione con Google e presentato a margine della sesta edizione della Mid Cap Conference di Mediobanca cominciata lunedì a Milano.
La ricerca è stata condotta su un campione di circa 600 imprese (il 6% del totale nazionale), e ha “sviluppato un sistema di rating proprietario innovativo che valuta la maturità digitale di ciascuna impresa”, spiega Mediobanca.
In quest’ambito, il 56% delle imprese ha ottenuto il rating “sperimentatore”, che “identifica le aziende dotate di una chiara visione digitale che mantengono tuttavia margini di miglioramento nell’utilizzo di strumenti a supporto del processo di innovazione”. È invece “principiante” il 39% del campione, “anche se molte di queste aziende hanno già intrapreso un percorso virtuoso e non sarebbero dunque lontane da una promozione a sperimentatore”.
Mediobanca: servono 28 miliardi di investimenti
Secondo lo studio, sarebbe necessario un investimento di 28 miliardi (1 miliardo per le 600 aziende del campione) per elevare l’intero settore manifatturiero italiano al rating ‘innovatore’. Una cifra ingente, “con impatti sostenibili sui saldi di finanza pubblica”, sottolinea Mediobanca.
“Stimiamo che questo impulso allo sviluppo delle imprese sprigionerebbe una maggiore crescita del Pil nazionale dello 0,7% nei prossimi cinque anni”, ha sottolineato Andrea Filtri, co-head di Mediobanca Research presentando la ricerca.
Strategia digitale fondamentale per la crescita, ma la strada è lunga
In questo contesto, lo studio definisce “incoraggiante” il quadro che emerge dell’ecosistema delle medie imprese italiane”. Un’ azienda su quattro circa mostra una “’forte comprensione che avere una strategia digitale è fondamentale per garantire la propria crescita o sopravvivenza”.
Tra le aree di intervento che le imprese considerano prioritarie, spiega Mediobanca, “vi è quella della revisione dei processi interni con necessità, in particolare, di integrare e rafforzare strumenti e piattaforme digitali di marketing a supporto dell’attività di vendita”.
Circa il 30% del campione sceglie canali digitali per raggiungere i clienti e pubblicizzare prodotti o servizi, ma non finalizza il processo di acquisto online. Anche per i sistemi Crm la transizione si ferma spesso a metà. I software che supportano la gestione della clientela non sono utilizzati in maniera efficiente o integrata in almeno il 40% dei casi, perché non utilizzati trasversalmente da tutte le divisioni di business o perché connessi ad altri sistemi, in alcuni casi non digitali.
Parlando infine degli ostacoli alla digitalizzazione, le imprese del campione citano la difficoltà a reperire personale digitalmente alfabetizzato, il costo elevato degli investimenti e processi aziendali poco digitalizzati e/o integrati tra loro.
“Siamo da sempre convinti del valore della trasformazione digitale come driver per la crescita delle imprese italiane – ha concluso Simona Panseri, senior director communications, Southern Europe di Google -. Per questo siamo lieti di aver collaborato con Mediobanca Research alla realizzazione dello studio, in un momento come quello attuale in cui l’IA ha il potenziale di contribuire all’aumento della produttività delle medie imprese italiane”.