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Mediobanca, le carte di Cuccia e Maranghi nell’archivio storico

FIRSTonline

Un milione di fogli da organizzare e digitalizzare in cui è racchiusa la storia di Mediobanca e del sistema finanziario italiano. Non un archivio vasto come quelli pubblici, perché risale “solo” a sessant’anni fa (Piazzetta Cuccia nasce nel 1946) ma una testimonianza concentrata e rilevante dei primi anni di Mediobanca e delle sue attività, di cui il primo promotore fu Vincenzo Maranghi. Un patrimonio che è stato dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” e va ad aggiungersi agli altri 500 archivi dichiarati di interesse storico in Lombardia (secondo quanto stabiliscono gli articoli 10 e 13 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42). E che è stato presentato oggi a Piazzetta Cuccia, in una sala assemblee particolarmente affollata e alla presenza dei vertici Alberto Nagel e Renato Pagliaro, dell’on. Dario Franceschini e tra gli altri, degli economisti Fulvio Coltorti e Marcello De Cecco e del professore Giandomenico Piluso, autore del libro “Mediobanca. Tra regole e mercato”.

“In un paio di anni dovremo arrivare a un buon regime. Sia Cuccia sia Maranghi hanno accumulato grosse e esperienze. Queste carte hanno il compito di non far dimenticare queste competenze”, ha commentato Coltorti che è stato per anni direttore di R&S e dell’ufficio studi di Mediobanca. L’archivio storico di Mediobanca “Vincenzo Maranghi” si colloca all’interno di alcune recenti iniziative di memoria di Mediobanca, come la presentazione circa un  mese fa della Biblioteca. “Gli archivi in genere – ha detto Maurizio Savoja – ricevono importanza non tanto per i contenuti dei documenti di per sé ma dalle attività a cui sono vicini di cui consentono uno sguardo interno, una traccia documentale dell’azione”.

Carte che aiuteranno a integrare la storia del nostro sistema finanziario. “La pluralità di fonti – ha commentato Giandomenico Piluso – può consentire una analisi meno frammentata e quindi più interessante su cosa sia stata Mediobanca e il sistema finanziario italiano, come suggerisce la vicenda Compass, che doveva avere prima una funzione e poi ne ha avuta un’altra”.

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Categories: Cultura