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Mediobanca, il cda respinge l’Ops Mps: “È ostile, contraria ai nostri interessi e distrugge valore”

La prevista bocciatura di Mediobanca alza il quorum per la validità dell’Ops lanciata dal Monte dei Paschi e rende più incerta la battaglia

Mediobanca, il cda respinge l’Ops Mps: “È ostile, contraria ai nostri interessi e distrugge valore”

Non concordata, ostile e contraria all’interesse di Mediobanca”. Con queste parole il consiglio d’amministrazione di Piazzetta Cuccia boccia senza appello l’ops da 13,3 miliardi di euro presentata venerdì dal Monte dei Paschi. Una reazione, ampiamente prevista dal mercato, che potrebbe alzare il quorum per la validità dell’offerta a una soglia minima del 51% (ma si potrebbe salire addirittura al 66%) e rende più incerta la battaglia.

“Fermo restando che Mediobanca si esprimerà sull’offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, sulla base dell’analisi del comunicato il consiglio di amministrazione di Mediobanca ritiene l’offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”, si legge nella nota della banca diffusa alla conclusione di un board durato circa tre ore. 

Mediobanca: “Offerta fortemente distruttiva di valore”

È una bocciatura sonora quella del cda guidato da Alberto Nagel che, attraverso una nota, elenca le una per una le criticità dell’ops. Il comunicato, sottolinea l’istituto, è stato approvato senza i voti dei consiglieri Sandro Panizza e Sabrina Pucci, che siedono nel board in rappresentanza di Delfin.

Secondo il board, infatti, l’offerta presentata da Mbs non avrebbe valenza industriale, “pregiudicando l’identità e il profilo di business del gruppo Mediobanca focalizzato su segmenti di attività a elevato valore aggiunto e con evidenti traiettorie di crescita”.

I consiglieri ritengono inoltre che l’offerta “distrugga valore” per gli azionisti di entrambe le banche, “essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività (quali il Wealth Management e l’Investment Banking) che presuppongono l’indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti”, sottolinea il comunicato di Mediobanca.

E ancora: Piazzetta Cuccia ritiene che l’ops “sia negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell’azione della banca Mps che presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3miliardi), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”.

Mediobanca: “L’operazione manca di razionale industriale e finanziario”

Secondo il cda di Piazzetta Cuccial, l’operazione mancherebbe “di razionale industriale”, comportando “un forte indebolimento del modello di business di Mediobanca focalizzato sui segmenti di attività specializzate e redditizie quali il Wealth Management e l’Investment Banking; perdite di ricavi e clienti negli stessi segmenti, ma anche la perdita delle “migliori risorse umane del gruppo”. Mediobanca sottolinea inoltre “l’assenza di apprezzabili sinergie di costo non avendo i due Gruppi sovrapposizioni di reti distributive”.

Sotto il profilo finanziario, per il board l’ops porterebbe a “un forte pregiudizio al profilo reddituale di Mediobanca, i cui utili su base stand alone sono previsti in crescita come previsto dal piano in esecuzione, mentre il consensus vede per Mps un calo degli utili”, si legge nella nota. Non solo, Mediobanca vedrebbe anche diluirsi i propri multipli valutativi “per il venir meno della prevista crescita di ricavi e utili, dell’elevata redditività (doppia di quella futuribile per il MPS al netto di un tax-rate normalizzato1), della pressoché nulla esposizione al segmento delle piccole imprese (“Sme”), della crescita, anche di peso, del WM. 

Il calo del titolo Mps dopo l’annuncio  – evidenzia il board di Piazzetta Cuccia – ne testimonia la fragilità del corso di borsa, che rende improbabile il buon esito dell’operazione; rispetto al prezzo “undisturbed” di Mediobanca di 15.23 euro alla chiusura del 23 gennaio 2025. 

Mediobanca: “Offerta a sconto”

In base ai calcoli, l’offerta rappresenterebbe uno sconto del 3% sulla base del prezzo di Mps del 27 gennaio (6,41 euro), del 7% sulla media degli ultimi 3 mesi di Mps, pari a 6,15 euro, del 15% sulla media degli ultimi sei mesi (5,62 euro) e addirittura del 28% rispetto alla media dell’ultimo anno (4,77 euro%).

Cda Mediobanca: “Rilevanti intrecci azionari per Caltagirone e Delfin”

“Il board segnala infine “che l’operazione è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone che sono presenti in Mediobanca (Delfin col 20%, Caltagirone col 7%), in Mps (10% Delfin, 5% Caltagirone che detiene anche il 5% di Anima che a sua volta possiede il 4% di Mps), in Generali (10% Delfin, 7% Caltagirone).

“La presenza degli stessi azionisti in Mps, Mediobanca e Ass. Generali nell’ambito di un’offerta esclusivamente in azioni, configura una potenziale disomogeneità negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria”, conclude il board.