Il gruppo Mediobanca ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2014-15 con un utile netto di 260,6 milioni di euro, in calo del 14,5% rispetto ai 305 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato è leggermente superiore alle attese degli analisti, che in media avevano previsto un calo più grave, a 250 milioni. In scia a questi numeri, il titolo in Borsa di Mediobanca ha aperto oggi in rialzo dell’2,2%, a 7,66 euro, mettendo a segno il miglior rialzo del Ftse Mib.
Nella nota diffusa questa mattina, la Banca spiega che il calo dei profitti è legato ai “minori utili da cessioni di partecipazioni (16 milioni contro 153 milioni al dicembre 2013”. D’altro canto, l’andamento ha ricevuto impulso dalla “sostenuta ripresa” delle attività bancarie.
“Siamo soddisfatti, anzi molti soddisfatti – ha commentato il Ceo del gruppo, Alberto Nagel –. Puntiamo a confermare l’andamento nei prossimi mesi, quando ci saranno componenti non ricorrenti di reddito. Da qui a giugno ci aspettiamo la vendita di altre quote con le annesse plusvalenze”.
Quanto al margine d’intermediazione, è cresciuto del 16%, a 1,01 miliardi. L’utile operativo registra un incremento del 58%, a 321 milioni, per la ripresa delle attività bancarie (risultato triplicato a 198 milioni).
Nel dettaglio, il Corporate and Investment Banking segna un utile operativo quadruplicato a 171 milioni, mentre per il Retail and Consumer banking il risultato operativo normalizzato è di 70 milioni (+34%).
La perdita di Chebanca! si è ridotta a 8,1 milioni da 10,3. Nel principal investing, il contributo delle Generali è in lieve flessione, a 123 milioni da 131 milioni.
DALLE DISMISSIONI UTILI PER 240 MILIONI
Mediobanca fa inoltre sapere che “continua il processo di cessione di partecipazioni”, che sarà “accentuato nel secondo semestre”. Nei sei mesi terminati il 31 dicembre scorso, la Banca ha ceduto il 9,9% di Santé Sa con l’incasso di 38,4 milioni di euro e il realizzo di un utile di 7,6 milioni e ha proceduto ad altre cessioni sul mercato per 30,6 milioni di euro. Le cessioni hanno totalizzato 80 milioni con un utile di 15 milioni. Nell’esercizio 2013-14 Mediobanca ha ceduto partecipazioni per 840 milioni di euro con utili per 240 milioni.
NAGEL: “CESSIONE QUOTA TELECOM A GIUGNO, GENERALI NEL 2016”
“Pensiamo di essere nella posizione di cedere la quota Telecom entro giugno”, ha continuato Nagel, precisando che la quota del 3% di Generali, di cui è prevista la cessione nel piano industriale di Mediobanca (che attualmente detiene il 13,4% della compagnia assicurativa), “sarà oggetto di dismissione nel prossimo esercizio”, ovvero nel 2016. “In banca è cresciuta la convinzione – ha aggiunto il Ceo – che, in linea con l’andamento aziendale, sarebbe interessante sostituire questa quota con un asset o con attività bancarie per accelerare il percorso di redditività e sviluppo che una banca specializzata come noi ha potuto conseguire”. La discesa in Generali, inoltre, “non necessariamente porterà a mettere” il 3% della compagnia “sul mercato, perché potremmo anche esaminare opzioni di scambio della quota con asset coerenti con il nostro iter di sviluppo”.
“NESSUN INTERESSE PER LE POPOLARI, OK A COLLABORAZIONE PER BAD BANK PUBBLICA”
D’altra parte, “non siamo interessati ad acquisire o fonderci con banche popolari, perché non ci sarebbero sinergie”, ha precisato ancora Nagel, confermando però che l’istituto sarebbe disponibile a contribuire alla realizzazione di una bad bank pubblica, a cui sta lavorando il Tesoro, se verrà trovata una soluzione che funzioni dal punto di vista normativo e invogli le banche ad apportare le partite problematiche.
“Continuiamo a studiare la tematica – ha detto il manager –. Per una bad bank pubblica ci sono soprattutto problemi di tipo normativo da superare. Deve essere configurata una soluzione che non sia assimilabile ad aiuti di stato. Solo nella misura in cui si trovi una buona soluzione che poi invogli le banche a cedere le proprie partite problematiche noi potremo dare una mano, nelle vesti che saranno ritenute opportune”.
“ACCOMPAGNEREMO RINNOVO CDA RCS SE CONDIVISO DAI MAGGIORI SOCI”
Infine, per quel che riguarda Rca, Nagel ha affermato che Mediobanca non pensa di procedere nelle prossime settimane alla cessione della sua quota (pari a poco più del 6% del capitale), date le condizioni del mercato, ed è disponibile ad “accompagnare il rinnovo del Cda della società”, a patto che la lista “sia autorevole, di qualità, condivisa dai principali soci” e che lo stesso Cda abbia maggiori poteri rispetto ai due precedenti nell’affrontare i problemi del settore dell’editoria e del profilo finanziario dell’azienda.