Condividi

Mediobanca batte le attese degli analisti: utile dei nove mesi a 466 milioni

La banca ha registrato profitti del terzo trimestre a 205 milioni, miglior risultato degli ultimi cinque anni – Nove mesi in crescita e sopra le attese degli analisti – Pay out confermato al 40% – Possibile cessione di Generali attraverso swap con altri asset – Fuori da Telecom con ok authority argentina – La cessione di Rcs dipende dal prezzo

Mediobanca batte le attese degli analisti: utile dei nove mesi a 466 milioni

Il terzo trimestre si è chiuso per Mediobanca con un utile netto in volata a 205 milioni di euro: è il miglior risultato trimestrale degli ultimi cinque anni. L’anno scorso i profitti, nello stesso periodo, si erano attestati a 90,6 milioni. Così i primi nove mesi hanno battuto le attese degli analisti: i ricavi sono aumentati del 19,5% a 1,51 miliardi, il Roe è salito all’8% e i profitti sono cresciuti del 18% a 466 milioni (contro i 401 milioni attesi). La spinta è arrivata dall’attività bancaria che ha compensato il minor contributo della divisione Principal Investing (le partecipazioni). Per l’amministratore delegato Alberto Nagel, che ha commentato i risultati questa mattina durante la conference call con gli analisti, il trimestre appena concluso è stato “molto positivo” e “ha rappresentato una punta di redditività”.

E per l’ultima parte dell’esercizio le attese sono ancora positive. Nagel ha detto agli analisti che Mediobanca conta di registrare un buon ultimo trimestre (l’istituto chiude il bilancio a giugno). “Ci aspettiamo un ultimo trimestre buono – ha commentato – che dovrebbe essere un buon completamento dell’esercizio. E’ un trimestre che per noi coincide spesso con operazioni di capital market e dipenderà anche dalla volatilità dei mercati, che ad aprile è stata superiore”.

Così il manager ha confermato la guidance di pay out al 40%, ma non ha dato dettagli sulla politica del dividendo. “E’ prematuro dare indicazioni – ha spiegato – Abbiamo una guidance di pay out 40% e non la cambiamo, ma le decisioni puntuali dipendono non solo dalla conclusione dell’esercizio, ma anche dai capital ratio”. “Il tema della distribuzione del dividendo”, ha aggiunto, “è anche all’attenzione del nostro nuovo regolatore”. Il che significa prudenza.

Sul fronte dei ratio patrimoniali i numeri dei nove mesi hanno comunque dato indicazioni di un ulteriore rafforzamento: il Cet1 phased-in è salito all’11,6% dall’11,08% dello scorso giugno e quello fully phased al 12,7% dal 12,5%.

GENERALI, CESSIONE ATTRAVERSO SCAMBIO DI ASSET

Come detto, le componenti bancarie hanno più che compensato il minor contributo del Principal Investing che ha scontato il minore apporto da Assicurazioni Generali a 134 milioni da 174 milioni. Il Leone ha centrato i target del piano con un anno di anticipo e presenterà il nuovo piano industriale a Londra il prossimo 27 maggio.

“Sicuramente – ha commentato Nagel – siamo molto soddisfatti, con buone aspettative sul nuovo piano che verrà e che confermerà questo tipo di tendenza”, aggiungendo che “I risultati sono positivi, ma quello che è più importante è la visione strategica e il long term play, che è esattamente quello che avevo in mente tre anni fa quando abbiamo convinto Mario Greco a raggiungerci”.

Nagel ha confermato che il 3% del Leone (ora Mediobanca è al 13,3% del capitale) verrà ceduto nel prossimo esercizio 2015-16, più probabilmente verso la fine del periodo e che l’operazione potrebbe avvenire attraverso uno swap con altri asset. “Confermo che il 3% sarà venduto nel prossimo esercizio – ha detto Nagel – e che l’ipotesi di uno swap è sul tavolo. Ci aspettiamo inoltre un re-rating del titolo anche a valle del lavoro svolto dal management e quindi la nostra attività sul titolo non sarà all’inizio dell’esercizio ma verso la fine”.

Sul tavolo anche l’introduzione del voto maggiorato in Generali, per Nagel “un argomento interessante e delicato” che va condiviso con i principali investitori istituzionali “per capire se c’è un allineamento da parte di tutti”.

TELECOM, VIVENDI SOCIO STABILE OTTIMA NOTIZIA
RCS, PER LA CESSIONE OCCHIO AL VALORE DEL TITOLO

Nel trimestre il calo della redditività di Assicurazioni Generali (10,8 milioni contro 42,9 milioni nello stesso periodo dello scorso anno) è stato controbilanciato dall’utile sul rimborso del prestito Telco (78 milioni) precedentemente svalutato e dalle plusvalenze sulla cessione di azioni quotate (23,3 milioni).

Anche qui Nagel ha confermato l’intenzione di cedere la quota in Telecom Italia, attualmente detenuta attraverso Telco, dopo che sarà arrivata l’ultimo ok dell’authority argentina allo scioglimento della holding. La cessione della quota, ha detto, “non è legata al cambiamento dell’azionariato ma alle autorizzazioni”.

Per Telecom, ha poi rilevato Nagel, l’ingresso di Vivendi è un’ottima notizia.  “La presenza di Vivendi che è una società quotata con un bilancio robusto e che è guidata da un imprenditore che ha dimostrato di poter generare valore è un’ottima notizia” per la compagnia telefonica, ha rilevato l’ad di Mediobanca aggiungendo che: “Avere un azionista stabile come Vivendi consentirà una strategia di lungo termine più costante proprio perché assecondata da un azionista stabile”. Vivendi è guidata da Vincent Bolloré, imprenditore francese che è anche un importante azionista di Mediobanca.

Infine, per quanto riguarda Rcs la cessione del residuo 6% (dopo le cessioni degli ultimi mesi), che in passato era stata ipotizzata entro giugno, dipenderà dal valore del titolo in Borsa. “Al di sotto di un certo livello non abbiamo premura di cedere i titoli, al di sopra completeremo” la cessione, ha detto Nagel per cui la nomina del direttore Lucio fontana è molto positiva.

Commenta