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Medie imprese, Mediobanca-Unioncamere: accesso al credito sempre più difficile

Aumentano le difficoltà nell’accesso al credito da parte delle medie imprese italiane. Secondo l’indagine Mediobanca-Unioncamere, il 51% delle medie imprese intende richiedere finanziamenti bancari nel primo semestre di quest’anno, non solo per esigenze di gestione delle attività ordinarie (43%) ma anche per realizzare nuovi investimenti (34,2%) o implementare quelli già avviati (11,2%). Cresce, tuttavia, la percezione di difficoltà nell’accesso al credito: a segnalarla è il 72% di quanti intendono farvi ricorso, contro il 45% di tutte le imprese che nell’ultimo semestre del 2011 si sono rivolte alle banche.

Quanto all’occupazione,un quarto delle medie imprese segnala un ampliamento della forza lavoro tra la fine del 2010 e la fine del 2012. Quest’anno aumenterà l’allargamento della base occupazionale all’estero da parte di quelle medie imprese che hanno stabilimenti produttivi al di fuori dei confini nazionali, dove l’aumento avverrà in 38 casi su 100.

In base ai risultati dell’indagine, non subisce modifiche sostanziali il ricorso agli ammortizzatori sociali: nel 2012 verranno utilizzati dal 35% delle imprese, contro il 37% nel 2011. Il 17% circa delle aziende, infine, adotterà comunque strumenti alternativi per salvaguardare l’occupazione: contratti di solidarietà, modifiche all’orario di lavoro e riqualificazione del personale.

Infine, i bilanci. Nel 2012 il 38% delle medie aziende prevede un aumento del fatturato (contro il 50,2% a consuntivo nel 2011) e il 32,6% stima un incremento della produzione (il 39,7% lo ha registrato per lo scorso anno).Determinante l’apporto che potranno fornire ai risultati aziendali le vendite all’estero: gli ordinativi fuori confine saranno in crescita per il 39,8% delle imprese. 

Più debole l’andamento del mercato interno: solo il 15,9% si attende un rialzo rispetto al 2011, contro il 32% di quelle che ne prevedono una flessione. Dall’indagine emerge che è rimasta molto elevata la propensione all’export di queste imprese, tanto che la quota di aziende esportatrici rimane superiore al 90%, con un’incidenza delle vendite all’estero pari al 44% del totale.

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