L’Italia ha perso 535 medie imprese nel decennio 2003-2012. Il dato emerge dall’indagine annuale di Mediobanca-Unioncamere, in cui si precisa che la variazione rappresenta il saldo tra 3556 ingressi e 4091 uscite.
Nello stesso periodo 637 imprese hanno invece superato le soglie dimensionali, diventando società medio-grandi. Le operazioni di aggregazione hanno inciso sulla crescita dimensionale in misura marginale (0,6% delle imprese in ciascun anno).
Se si escludono i passaggi a diverse categorie, le liquidazioni e le cessazioni dovute a procedure concorsuali hanno causato il 52,9% delle perdite, ovvero la chiusura di 450 imprese, contro appena 126 di nuova costituzione.
Quanto al fatturato medio, nel 2012 si è attestato a 44,3 milioni di euro, in crescita del 27% rispetto al 2003 (+9,4% in termini reali). L’occupazione media per impresa è invece calata in termini sia medi (da 149 a 146 unità, -2,3%) sia mediani (da 115 a 112, -3,6%). Sul fronte della redditività, il Roi nel biennio 2011-2012 è stato pari al 7,1% (+1% sul 2009). Il Roe è arrivato al 4,7% nel 2012 (+2,3% su 2009).
La tassazione delle medie imprese continua inoltre ad essere punitiva con un carico fiscale nella media del 2003-2012 sulle imprese con un risultato ante imposte positivo pari al 43,7%, ovvero circa 11 punti percentuali sopra la media delle grandi imprese (33%). Nel 2012, 759 delle 3463 medie imprese hanno chiuso con un risultato di competenza del gruppo negativo.
Quanto alle prospettive, lo studio mostra che su un campione rappresentativo di medie imprese industriali italiane per il 2014 il 45% di tali società prevede un aumento del fatturato (contro il 38% a consuntivo nel 2013) e il 38% un incremento della produzione (è stato invece il 34% a registrarlo per lo scorso anno). La propensione all’export delle medie imprese è decisamente elevata, tanto che la quota di aziende esportatrici ha sfiorato l’83% nel 2013.
Per l’anno in corso si conferma l’apporto determinante che le vendite all’estero potranno fornire ai risultati aziendali, mentre l’andamento del mercato interno sarà più debole (solo il 27% di imprese si attende un rialzo degli ordinativi interni rispetto al 2013, contro il 17% di quante che ne prevedono una flessione).
L’anno scorso gli investimenti delle medie imprese si sono concentrati su apparecchiature informatiche (68%), software e servizi informatici (63%) e macchinari (61%) con le imprese che continueranno a puntare prioritariamente su questi asset anche durante il 2014.
La domanda di credito nel primo semestre 2014 si è rivelata inoltre sostenuta, ma il 31% di quanti hanno intenzione di ricorrervi nel 2014 si attende di riscontrare maggiori difficoltà di erogazione rispetto al 2013. Si conferma, infine, un saldo radicamento al territorio da parte delle medie imprese: oltre il 72% di esse non ha mai considerato di spostare la produzione all’estero.