Mediaset vuole traslocare in Olanda. L’idea, già presa in considerazione in passato, era stata accantonata l’anno scorso insieme all’operazione MediaForEurope. Ora però il Consiglio d’amministrazione ha deciso di riprovarci, deliberando all’unanimità di sottoporre agli azionisti “la proposta di trasferire la sede legale della società ad Amsterdam, Olanda, da realizzarsi mediante l’adozione da parte della società della forma giuridica di una naamloze vennootschap regolata dal diritto olandese, e l’adozione di un nuovo statuto conforme al diritto olandese”.
Per decidere su questo punto, i soci si riuniranno in assemblea il prossimo 23 giugno.
Anche in caso di via libera al trasferimento, precisa ancora il Cda, le azioni Mediaset rimarranno quotate alla Borsa di Milano e “in Italia rimarrà anche la sede effettiva, nonché la residenza fiscale della società”.
Se il trasloco sarà approvato, gli azionisti contrari potranno esercitare il diritto di recesso al prezzo di 2,181 euro per azione.
Marco Giordani, Cfo di Mediaset, spiega che il trasferimento in Olanda, attraverso la trasformazione societaria della capogruppo, punta a creare “una piattaforma neutrale” in un mercato “più europeo rispetto all’Italia”, che faccia da base per la creazione di un gruppo pan-europeo. L’obiettivo dell’operazione è “dare vita a un’entità neutrale che sia usata come veicolo per allargare il perimetro del gruppo ad altri Paesi europei e perseguire opportunità di crescita esterna”.
In sostanza, portando la sede legale in Olanda, Mediaset – già leader in Spagna – conta di aver vita più facile nei suoi progetti sulla tedesca Prosiebensat (di cui ha rilevato il 15% del capitale e ha derivati per salire al 24,9%) e anche con la francese M6, su cui è in corso un’asta competitiva.
Giordani ha anche detto di non escludere “che la fusione con Mediaset Espana possa essere realizzata in futuro, perché industrialmente ha senso”; il gruppo, comunque, vuole “evitare ogni tipo di contenzioso e andare in Olanda nel modo più ordinario possibile”. L’operazione Mfe che coinvolgeva anche la Spagna, infatti, aveva dato origine a un contenzioso legale.
Il Cda ha proposto anche l’abrogazione del voto maggiorato: la decisione è stata presa all’unanimità, “nell’interesse della società, al fine di evitare ulteriori contenziosi e auspicabilmente ristabilire un dialogo costruttivo con tutti gli azionisti”, ovvero Vivendi (secondo azionista con il 28,8% del Biscione dopo la Fininvest dei Berlusconi), che aveva impugnato la delibera dell’assemblea del 2019. L’assemblea sul voto maggiorato si terrà il 27 giugno.
Per quanto riguarda i conti, Mediaset ha chiuso il 2020 con un utile netto pari a 139,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 190,3 milioni del 2019. Giù anche i ricavi, scesi di circa il 10%, a 2,36 miliardi di euro.
Solo in Italia, il fatturato ha raggiunto gli 1,8 miliardi, dagli 1,98 miliardi del 2019, con una contrazione del 10,5% delle entrate pubblicitarie lorde, a fronte del calo del 14,6% complessivo degli investimenti pubblicitari italiani.
I costi sono scesi del 7%, a 1,762 miliardi di euro, permettendo al gruppo di raggiungere un risultato operativo di 269,7 milioni di euro, che pure rimane sensibilmente inferiore rispetto ai 354,6 milioni dell’esercizio pre-Covid.
L’indebitamento finanziario netto consolidato, escludendo i debiti derivanti dall’acquisizione delle quote di partecipazione in ProsiebenSat.1Media e le passività finanziarie contabilizzate ai sensi dell’IFRS 16, cala a 473,6 milioni di euro, dai 768,8 milioni di euro del 31 dicembre 2019.
Nei primi tre mesi del 2021, il gruppo televisivo ha registrato in Italia un’accelerazione dei ricavi pubblicitari (+6,1%) che lascia ben sperare per il trimestre aprile-giugno.