Borse contrastate un po’ ovunque stamane: i mercati difendono i progressi delle ultime settimane ma non vedono, per ora, ragioni per un rally di fine anno. E così, dopo le vendite massicce di giovedì, i listini registrano una sensibile frenata dei volumi scambiati sui listini asiatici.
In lieve recupero Tokyo (+0,3%), ma la settimana si avvia a chiudere a -0,7%. In roso anche i mercati cinesi (-0,8%). Sale oggi il Kospi coreano, ma il consuntivo da venerdì scorso segna (-3%), mentre monta la tensione con il Giappone.
I riflettori sono concentrati su Hong Kong, dove domenica si terranno le elezioni che potrebbero sancire il successo delle forze anti-Pechino. La Borsa chiude oggi in recupero ma in settimana l’indice Hang Seng è sceso del 5%.
La delicata situazione dell’ex colonia è una delle cause dello stallo nelle trattative sui commerci tra i due Grandi. Oggi Donald Trump potrebbe firmare la legge su Hong Kong votata all’unanimità dal Congresso che prevede, in caso di mancato rispetto dei diritti umani, la sospensione dei trattati commerciali. Pechino, per ora, evita reazioni energiche. Anzi, il vicepremier Liu He ha invitato la delegazione americana a recarsi in Cina. Si avvicina intanto la data del 15 dicembre, quando dovrebbero scattare, salvo rinvii, i nuovi dazi Usa sulle merci cinesi.
MERCATI USA IN FLESSIONE, NOZZE IN VISTA TRA I BROKER
L’incertezza ha condizionato anche la seduta di Wall Street: Dow Jones -0,2%, S&P 500 -0,16%, Nasdaq -0,24%-
Pochi temi da segnalare: si profila il merger tra i due grandi broker elettronici: Ameritrade sale del 16,9% a fronte dell’interesse di Charles Schwab (+7,3%). Perde colpi la concorrente E Trade (-9,3%).
Piatto stamane l’andamento del mercato obbligazionario.
L’euro è scambiato a 1,1063 sul dollaro. L’oro è poco mosso a 1.465 dollari l’oncia.
PETROLIO IN TENSIONE IN VISTA DELL’OPEC
Più vivace il mercato del petrolio. Il Brent ha chiuso in rialzo di oltre il due per centro nelle ultime due sedute: stamattina il greggio del Mare del Nord consolida le posizioni, con un ribasso dello 0,5% a 63,7 dollari il barile. Le scorte degli Stati Uniti sono scese in modo importante la scorsa settimana, provocando qualche timore aggiuntivo sul lato offerta: Iraq e Iran rischiano di perdere produzione, nel caso le ribellioni e le proteste proseguano. Si avvicina intanto il vertice Opec di Vienna del 5-6 dicembre. A Piazza Affari ieri Tenaris -1%, Eni +0,5% e Saipem +0,2%.
OGGI IL DEBUTTO DI CHRISTINE LAGARDE. MILANO-0,31%
Borse ieri in ordine sparso anche in Europa. I mercati guardano alle prime mosse di Christine Lagarde, che oggi per la prima volta guiderà la riunione del direttorio della Bce in un clima quasi idilliaco. Dalle minute dell’incontro del 23-24 ottobre, l’ultimo presieduto da Mario Draghi, emerge la voglia di una tregua tra falchi e colombe dopo le polemiche seguite al taglio dei tassi: “È stato fatto un forte appello per l’unità del consiglio esecutivo – si legge nei verbali – Se da un lato una discussione franca e aperta nel consiglio direttivo è assolutamente legittima e necessaria, dall’altro è importante che alla fine ci sia consenso e unità”. Intanto l’Ocse ha lanciato l’allarme sulla caduta degli investimenti e tagliato le stime di crescita mondiale al 2,9%. Ma l’Italia evita la crescita zero: quest’anno si salirà dello 0,2%, nel 2020; +0,4%, in lieve accelerazione l’anno dopo (+0,5%).
Oggi l’attenzione dei mercati sarà concentrata sui numeri del Pil della Germania, in uscita prima dell’apertura.
Piazza Affari, grazie al recupero nel finale ha limitato ieri le perdite: -0,31% a 23.279 punti
Piatti gli altri listini: trascurata Francoforte, che resta incollata sui livelli della vigilia, giornata fiacca per Londra, che segna un calo dello 0,33%, piccola perdita per Parigi, che scambia con un -0,22%. Lvmh (-0,9%) ha alzato a 130 dollari per azione l’offerta su Tiffany (+2,8%).
Moody’s riduce l’outlook sulle banche tedesche a ‘negativo’ da ‘stabile’. Il continuo aumento dei depositi si sta rivelando un costo di sistema per le banche tedesche che si trovano a fronteggiare da lungo tempo uno scenario di tassi negativi. Ad oggi la prima banca tedesca vale in borsa circa 13,5 miliardi di euro, un terzo rispetto ai 41 miliardi di Intesa Sanpaolo.
Giornata favorevole per i titoli periferici. Lo spread tra il rendimento del Btp e quello del Bund tedesco si riduce, attestandosi a +150 punti base (contro 155), con il tasso del Btp decennale che si posiziona all’1,17% (da 1,20%).
Il Tesoro offrirà 1,75 miliardi di Ctz il 29 novembre. Andranno all’asta per l’occasione anche 750 milioni di Btpei.
FCA: GM NON CI FERMA. ACCORDO CON PSA ENTRO L’ANNO
Sotto i riflettori Fiat Chrysler (-3,6%) nel mirino di General Motors, che ha intentato un’azione legale accusando il gruppo italoamericano di aver corrotto i funzionari sindacali della United Auto Workers. Pesa anche il rischio che le trattative sulla paga oraria con i sindacati statunitensi siano condizionate da questa notizia e aumenta anche l’incertezza sul dividendo straordinario in arrivo. “Ci tenevo a contattarvi personalmente per assicurarvi che non ci faremo frenare da questa azione” legale di General Motors, ha scritto ai dipendenti il ceo Make Manley.
Il presidente John Elkann ha definito “prive di fondamento” le accuse di Gm e si è detto fiducioso che il gruppo possa finalizzare l’accordo per un’integrazione con Psa-Peugeot quest’anno. “Da come stanno lavorando i team sia di Fca sia di Psa sono incoraggiato a dire che da qui a fine anno ci sarà la firma di un memorandum vincolante”, ha detto Elkann durante l’Investor Day di Exor, ieri -2,6%.
EXOR, IL DIVIDENDO STRAORDINARIO SERVIRÀ PER LO SHOPPING
Per quanto riguarda la holding della famiglia Agnelli a cui fa capo la quota in Fca, entro il 2022 avrà complessivamente 3,6 miliardi per investimenti, di cui circa 1,6 miliardi come dividendo straordinario Fca-Psa. Tutto l’eventuale dividendo straordinario derivante dalla fusione con Psa “sarà dedicato ad acquisizioni”, ha aggiunto Elkann sottolineando che non è in programma un nuovo buyback dopo il piano appena concluso.
Poco mossa Peugeot (-0,13%). Secondo Equita, l’iniziativa di Gm “indubbiamente genera incertezza e cade in un momento particolarmente critico”. Cnh Industrial -1,2%.
IL BISCIONE RILANCIA, SALE TIM
Chiusura positiva per Mediaset (+0,37%) alla vigilia dell’udienza al Tribunale di Milano, termine ultimo per trovare una intesa che ponga fine al contenzioso con Vivendi. Il Biscione avrebbe alzato l’offerta per la quota del 20% detenuta da Simon Fiduciaria per conto di Vivendi a 3 euro.
Ancora acquisti su Telecom Italia (+2,87%) a nuovi massimi da dicembre 2018. Barclays ha alzato il titolo a Neutral da Sell, target price a 0,65 euro.
Banche generalmente positive. Le big Unicredit e Intesa salgono rispettivamente dello 0,87% e dello 0,38%.
Ubi Banca (+3,6%) prosegue la fase di recupero dopo i risultati diffusi due settimane fa che, secondo alcuni analisti, hanno penalizzato eccessivamente le azioni. Banco Bpm (+2,75%) sale sulla scia di Ubi.
ATLANTIA TIRA GIÙ TUTTE LE AUTOSTRADE
Ancora giù Atlantia (-1,77%): il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si è detto convinto che il governo vincerà la difficile battaglia legale per revocare la concessione autostradale al gruppo.
In rosso anche Astm (-1,92%) e Sias (-1,62%).
Snam (-1%) ha presentato l’aggiornamento del piano industriale: l’unica novità, rispetto alla strategia precedente riguarda l’utile netto, ritoccato leggermente al rialzo. La società del trasporto del gas ha annunciato stamattina di aver firmato un pre-accordo con la cinese Infore in ambito biogas e biometano in Cina.
IN ROSSO STM, DENARO SU DIASORIN
Tra gli industriali Stm (-1,92%) patisce le nuove difficoltà sul fronte dei dazi.
Denaro su Diasorin (+1,32%) e Nexi (+0,95%).
Ancora in rialzo As Roma (+3,57%) in attesa dei nuovi soci del club.