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Mediaset-Vivendi: Berlusconi frena sull’alleanza, titolo giù

L’alleanza anti-Netflix tra Vivendi e Mediaset scalda la Borsa. E poi la raffredda.  Le ipotesi su trattative serrate per un asse tra i due gruppi, su cui punta oggi un lungo articolo di Repubblica, hanno fatto salire del 2% il titolo del Biscione per poi sprofondare a -2,7% e ora planare a -1,6% a 3,708 euro. A frenare è stato Silvio Berlusconi che, alla radio, ha parlato solo di “forme di collaborazioni” per Mediaset. “Vivendi – ha detto – è molto interessato all’Italia. Io sono amico del signor Bolloré da molti anni: ha interesse per alcune cose che si fanno in Italia, no assolutamente Mediaset, ma alcune cose come la nostra capacità di fare prodotti per tutte le televisioni, i format, i programmi e il portafoglio di film e di altri spettacoli molto vasto”.

“Con Vivendi – ha ripreso Berlusconi – si potrebbero trovare forme di collaborazioni, ma non sono molto informato perché di tutto si occupano mio figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri”.

In mattinata le azioni Mediaset erano partite col turbo sulla scia le indiscrezioni di stampa che davano come vicina alla conclusione una trattativa che avrebbe portato le tv di Mediaset sotto le insegne francesi di Videndi, il colosso d’oltralpe guidato da Vincent Bolloré che è anche il primo azionista di Telecom Italia con il 24,9%. Una partita, quella sui contenuti televisivi, che si intreccia con quelle sulle strategie di Telecom dove l’azionista Bolloré è entrato in rotta di collisione con l’Ad Marco Patuano da cui si attendono le dimissioni formali dal Cda a brevissimo giro.

 Secondo le indiscrezioni raccolte da La Repubblica la famiglia Berlusconi e i vertici della società transalpina avrebbero già trovato un accordo di massima in cui l’alleanza non avviene al livello inferiore tra Canal Plus e Premium ma direttamente con uno scambio azionario tra Vivendi e Mediaset. L’obiettivo è quello di far gestire alla pay tv francese i canali premium di Mediaset e di co-produrre contenuti di qualità da diffondere sulla tv via internet per porre un argine alla diffusione di Netflix nel Sud dell’Europa. Inoltre il destino di Mediaset verrebbe messo al sicuro all’interno di un gruppo di livello europeo.

Il passaggio di mano avverrebbe in modo graduale per non scontentare i figli di Berlusconi contrari ad un passaggio di mano tout court ma fin dall’inizio verrebbero indicate le successive tappe dell’operazione che sposterà nel giro di qualche anno il controllo delle tv del Biscione sotto l’ombrello di Vivendi. In compenso la famiglia Berlusconi diventerebbe azionista importante del gruppo francese. Questa ipotesi, però, non ha trovato conferma nelle parole di Silvio Berlusconi a Radio RTL 102,5 stamattina.

Sulla partita il governo Renzi, informato delle trattative in corso, avrebbe scelto una posizione neutrale lasciando carta bianca alle aziende per trovare o meno l’accordo.

L’altro risvolto del negoziato sarebbe poi il destino delle torri di trasmissione. Telecom Italia, azionista di Inwitt al 60% ha messo in vendita il 45% della sua quota e il consiglio d’amministrazione di giovedì 17 marzo avrebbe dovuto decidere tra le due offerte presentate da Cellnex-F2i e Ei Towers (Mediaset). Si è invece deciso di attendere e non è escluso che ciò rientri nella partita che Bolloré sta giocando con Berlusconi su Mediaset. Tuttavia, su questa vicenda – diversamente dalla trattativa sulle tv – è possibile che il governo voglia però fare sentire la sua voce e che spinga, allora, per un conferimento delle torri Telecom a Raiway in un polo la cui maggioranza dovrà restare pubblica.

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Categories: Finanza e Mercati