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Mediaset, Tim, Poste e banche trascinano la Borsa, spread sotto 300

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Nonostante il tonfo del petrolio e la debolezza dei titoli oil, Piazza Affari parte con il piede giusto e chiude la prima seduta del mese di novembre in rialzo dello 0,71%, 19.185 punti. Brillano le telecomunicazioni: Mediaset +4,36%; Telecom +2,85%. Migliora appena l’obbligazionario in una giornata dai volumi sottili per la festa di Ognissanti: il rendimento del decennale scende al 3,39% e lo spread con il Bund si restringe a 299.00 punti base (-1,19%). La maggior propensione al rischio favorisce la moneta unica e il cambio contro il dollaro torna in area 1,139, dopo aver toccato il minimo da due mesi a 1,13 nelle scorse sedute.

Si fermano in ordine sparso gli altri listini continentali: sono postivi l’Ibex 35 di Madrid +0,72% e il Dax di Francoforte +0,19%; scende il Cac 40 di Parigi -0,15%. Il FTSE 100 di Londra cede lo 0,19%, con la sterlina in spolvero, nel giorno in cui la BoE lascia invariato il costo del denaro, dopo il rialzo di agosto e mette in guardia da “una Brexit disordinata e senza accordo”. Sempre in tema Brexit non trova conferma al momento la notizia del Times di un’intesa sui servizi finanziari per mantenere l’accesso britannico al mercato europeo dopo il divorzio. 

Wall Street viaggia baldanzosa per il terzo giorno di fila, dopo le perdite di ottobre, sostenuta dalla speranza di un punto d’incontro fra Usa e Cina sui dazi. Donald Trump in un tweet ha parlato di un “colloquio molto buono” con il presidente cinese Xi Jinping a proposito di commercio e Corea del Nord. I due si vedranno al prossimo G20.

Sul Dow Jones galoppa DuPont, grazie ai conti trimestrali oltre le attese e all’annuncio di un riacquisto da parte dell’azienda di azioni per tre miliardi di dollari. Il Nasdaq sale di oltre un punto percentuale, trascinato dalla performance si NXP Semiconductor che ha superato le previsioni degli analisti. Cauta Apple in attesa dei conti.

L’oro ai apprezza, con un dollaro in calo e supera i 1233 dollari l’oncia. A mettere gli investitori in fuga oggi è il petrolio: il greggio americano al momento perde il 3,03% e scivola a 64,05 dollari al barile. In netto calo a Londra anche il Brent, -3,04% 72,76 dollari a barile. Secondo Radiocor “il mercato sembra convinto che l’Arabia Saudita – il leader di fatto dell’Opec – sia disposta ad aumentare la produzione per compensare il venire meno delle esportazioni di greggio iraniano, che dal 4 novembre prossimo verranno punite da sanzioni Usa”.

Le vendite sostenute sull’oro nero penalizzano i titoli oil di Piazza Affari, reduci dai guadagni di ieri: Saipem, -3,41%, è la blue chip peggiore, seguita da Eni -1,78%. In controtendenza Tenaris, +1,64%, che festeggia un terzo trimestre con vendite, margini e utile in netta crescita. Segno meno per Leonardo -0,71%; Pirelli -0,74%; Atlantia -0,45%.

Gli acquisti premiano le telecomunicazioni, anche in scia ai risultati della compagni telefonica inglese BT (+8,61% a Londra). Mediaset è la miglior big cap di oggi. Bene Telecom. Denaro su Prysmian, +3,47%; Stm +3,25%; Poste +3,18%. Positive le banche.

Ancora note dolenti invece per Gima Tt, -11,33%. Sul segmento Star il titolo ha perso oltre il 50% in sei mesi. A penalizzare le azioni sono i timori legati a una frenata nella diffusione delle sigarette di ultima generazione, business nel quale opera la società emiliana nata da una costola del gruppo Ima.

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Categories: Finanza e Mercati