Vivendi incassa una nuova vittoria su Mediaset e il Biscione si dice interessato ad entrare nel business della rete unica se cambiano le leggi italiane sul settore media e tlc. Quanto basta per spingere il titolo al rialzo del 7% a Piazza Affari.
“La disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28,8% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell’Unione”, ha deciso la Corte di Giustizia Ue rispondendo alla richiesta del Tar del Lazio sulla compatibilità della normativa italiana in materia radiotelevisiva, in particolare relativa all’articolo 43 del Tusmar, sollevata da Vivendi. I francesi avevano impugnato davanti al Tar la delibera dell’Agcom basata sulla normativa italiana che li aveva portati a congelare la propria quota in Mediaset sotto il 10%. Tale disposizione – continua la Corte Ue – costituisce un ostacolo vietato alla libertà di stabilimento, in quanto non è idonea a conseguire l’obiettivo della tutela del pluralismo dell’informazione.
Ecco fatto, a poche ore di distanza, dalla Corte di Giustizia Ue è arrivata un’altra sentenza favorevole a Vivendi dopo lo stop al progetto di aggregazione internazionale MediaForEurope avvenuto in estate. Ora Vivendi potrà fare valere il suo 29% circa in assemblea e forse anche chiedere i danni all’Agcom. Ma soprattutto, dovrà riaprirsi la trattativa – arenatasi nelle aule giudiziarie – tra Vivendi e la famiglia Berlusconi.
Si apre anche un altro fronte. Ed è proprio Mediaset, nel commentare l’ultima sentenza ad aprirlo. E’ il fronte della rete unica. Se cambiano le norme italiane in materia di concentrazione tra tv e telecomunicazioni, cioè la Legge Gasparri del 2004, “Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto – afferma una nota del Biscione – valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra”. Un’opportunità che il mercato ha subito colto che perché fa rientrare in pista, nel risiko in corso sulla rete unica anche Vivendi che oltre al 28,8% in Mediaset detiene anche il 24% in Tim e ne è il primo azionista.
Quanto alla decisione arrivata dalla Corte Ue in Lussemburgo, il gruppo televisivo “prende atto dell’odierna sentenza della Corte di Giustizia europea”: “Si tratta di rilievi che dovranno essere esaminati nelle successive fasi di giudizio davanti al giudice nazionale competente e su cui si confida che l’Autorita’ garante per le Comunicazioni possa fornire ogni opportuno chiarimento”.