E’ stata fissata in tempi record l’udienza in Cassazione per il processo Mediaset. Solo martedì è arrivato il ricorso della difesa di Berlusconi contro la condanna per frode fiscale, e la data dell’udienza è stata immediatamente fissata: il 30 luglio. La sentenza su cui la Cassazione deciderà è stata emessa dalla Corte d’appello di Milano l’8 maggio e ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per il reato di frode fiscale. Oltre al ricorso del Cavaliere, i giudici della Cassazione dovranno esaminare quelli presentati dal produttore cinematografico Frank Agrama e dagli ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano.
Immediato il commento di Franco Coppi, entrato da poco nel collegio difensivo di Berlusconi: “Sono esterrefatto, non si è mai vista una cosa del genere. Contavamo di avere più tempo per svolgere i nostri approfondimenti. Sono sorpreso e amareggiato: è una fissazione d’udienza tra capo e collo”. In difesa del Cavaliere si è esposta anche la sempre fedelissima Daniela Santanchè: “Le parole dell’avvocato Coppi sono la certezza che la giustizia non c’è per il presidente Silvio Berlusconi”. “Non ci sto più: basta divisioni, basta tentennamenti – ha aggiunto – serve passare all’azione”.
Manifestano il proprio dissenso per i tempi della giustizia “così insolitamente veloci” anche Enrico Bondi e Mariastella Gelmini. Il primo ha detto di essere pronto a “forme di resistenza, seppure non violente”. La Gelmini invece ci è andata giù più dura: “La Cassazione conferma il piano di voler eliminare Berlusconi. La giustizia solo con lui riesce a essere così veloce. Accelerando il processo, vengono calpestati platealmente i diritti della difesa ma di questo, pare, a certi giudici importi poco”. Per Fabrizio Cicchitto, la decisione della Suprema Corte di anticipare l’udienza “destabilizza il governo, la cui composizione e la cui maggioranza politica è del tutto sgradita a precisi ambienti giudiziari, editoriali, finanziari e politici”.