Finale sottotono di novembre per i mercati finanziari, ieri orfani di Wall Street, che oggi aprirà i battenti solo per mezza giornata. Donald Trump, protagonista di una vita lampo in Afghanistan, ha approfittato della distrazione dei mercati per firmare la legge a sostegno della protesta di Hong Kong, cercando di limitare i danni per le reazioni di Pechino, finora contenute: il direttore del Global Times, giornale molto vicino ai vertici del governo cinese, scrive oggi su Twitter che ai proponenti delle due leggi sarà vietato l’ingresso nel Paese, ad Hong Kong e a Macao. Una risposta finora blanda che lascia ben sperare: l’indice globale Msci, basato su 49 listini di tutto il mondo, resta a un passo (-0,08%) dai record assoluto, stabilito poco prima dell’avvio del conflitto commerciale tra i due Grandi.
FRENANO TOKYO E HONG KONG, ALIBABA SUPERSTAR
Ma i mercati asiatici stamane sono in rosso: Hong Kong arretra del 2%, -1,2% il Kospi coreano. Tokyo -0,1%, ma novembre chiude a +16,5%. Nella sua ultima intervista da Ceo di Nissan, Hiroto Saikawa rivela che esistono delle spinte nazionaliste in Giappone che puntano a una rottura dell’alleanza con Renault.
In ribasso anche i listini cinesi (-0,9%) in attesa dei dati sull’attività manifatturiera, prevista in calo per il settimo mese di fila.
La nota più lieta arriva da Alibaba, che ha festeggiato nel migliore dei modi il debutto alla Borsa di Hong Kong: +16%, prima società asiatica per capitalizzazione.
Poco mossi i mercati valutari, con l’eccezione del cambio dollaro won sudcoreano, in calo dello 0,2% su dollaro: stanotte la Banca centrale del Paese ha confermato le attuali linee guida di politica monetaria.
Stabile l’euro a 1,1010 sul dollaro.
EMERGENTI: ALLARME ROSSO IN CILE, RISALE L’ORO
Tra le valute emergenti soffre il peso del Cile: -3,5% in settimana, -10% dopo lo scoppio delle proteste per il carovita. La banca centrale ha avviato stamane la vendita di dollari per sostenere il cambio.
L’oro è in rialzo dello 0,2%, a 1.459 dollari l’oncia. Su questi prezzi, novembre dovrebbe essere il peggior mese degli ultimi tre anni: -3,6%.
NUOVO RIBASSO PER IL PETROLIO
Terzo giorno consecutivo di ribasso del petrolio Brent, a 63,5 dollari il barile (-0,5%). In vista dell’incontro Opec del 5/6 dicembre, cresce la convinzione che il cartello si limiterà a prorogare i tagli attuali fino a giugno. Ma il bilancio di novembre è positivo: +6%, la miglior performance da aprile.
A Piazza Affari Saipem +0,6% dopo la firma di due contratti, da complessivi 750 milioni di euro, per la costruzione di parchi eolici in mare aperto in Scozia e Taiwan.
MILANO MAGLIA NERA. LA COMMISSIONE UE PARTE DALL’AMBIENTE
Deboli ieri anche le Borse europee. Piazza Affari è stata la peggiore, subendo anche l’effetto dell’aspro confronto tra le forze politiche sulla riforma del Meccanismo di Stabilità. Poche novità dal fronte macro per Eurolandia: sale l’indice generale dell’economia di novembre (101,3 da 100,8 di ottobre al di sopra del consensus) e quello sulla Fiducia dei consumatori (da -7.6 a -7,2), peggio delle attese invece l’indice della fiducia delle imprese a novembre. Il dato sull’inflazione tedesca di novembre, a livello annuale si attesta a +1,1%, appena sotto le attese a +1,2%, e in linea con il dato precedente a +1,1%.
Il Financial Times scrive stamane che una delle prime misure della Commissione von der Leyen sarà quella di arrivare almeno al taglio del 50% delle emissioni entro il 2030, rispetto all’attuale obiettivo del 40%. Ieri il Parlamento Ue ha dichiarato l’emergenza climatica: una mossa dal valore soprattutto simbolico in vista della Cop25 che prenderà il via il 2 dicembre a Madrid.
La Borsa peggiore è Piazza Affari: -0,61%, a 23.342 punti. Nel resto d’Europa: Francoforte -0,3%; Parigi -0,24%; Madrid -0,01%; Londra -0,18%.
SPREAD A 161, RENDIMENTO FINO A 1,27%
Tassi in ascesa, domanda in calo sul fronte delle obbligazioni nel giorno delle aste a medio che hanno comunque l’assorbimento dei titoli offerti. Pesa l’assenza degli operatori americani
La forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestato a 161 punti dopo aver toccato quota 164 massimo da metà novembre subito dopo le aste In grande evidenza anche Cairo Communication (+8%).
Il tasso del decennale chiude a 1,24% dopo un massimo di seduta a 1,27% da 1,21% di mercoledì.
In asta il tasso di copertura del 5 anni è risultato pari all’1,29 contro 1,38 precedente. Il rendimento, pari allo 0,64% è salito al massimo da giugno.
La settima tranche del Btp aprile, scadenza 2030, per 2,75 miliardi, ha toccato un rendimento dell’1,29%, massimi da luglio.
Bund a -0,36% (+1 punto base). In novembre, l’inflazione tedesca armonizzata Ue accelera: +1,2% anno su anno, da +0,9%, il consensus si aspettava +1,1%.
BANCHE, 70MILA POSTI A RISCHIO
L’aumento dello spread si è riflesso sul comparto bancario. Unicredit cede l’1%, Intesa-0,75%).
Un rapporto sugli istituti di credito italiani scrive che le banche dovranno tagliare nei prossimi cinque anni almeno cinque miliardi di costi, pari a un taglio di 70 mila posti di lavoro e settemila filiali, per mantenere la già ridotta redditività attuale.
Giù anche il risparmio gestito: Azimut -1,8%, Banca Generali -0,77%.
BRILLA MONCLER, RIMBALZA ASTALDI
Il titolo migliore è Moncler (+2,7%): si allenta la tensione ad Hong Kong dopo le parole di Donald Trump.
Mediaset chiude in rialzo di circa l’1%. Oggi è stato convocato un Cda della società televisiva di Cologno Monzese per discutere di un possibile accordo con Vivendi. Tim -0,9%.
Ancora vendite su Atlantia (-2,38%), penalizzata dall’incertezza sul tema delle concessioni autostradali.
Rimbalza invece Astaldi (+13,09%). L’Assemblea degli obbligazionisti ha approvato all’unanimità l’incremento dell’ammontare nominale massimo del prestito obbligazionario fino a 190 milioni.
CONTINUA L’EFFETTO PIR: CAIRO +8%
In grande evidenza anche Cairo Communication (+8%). L’effetto Pir continua a sostenere i titoli a bassa capitalizzazione: Danieli + 4,96%, Basic Net +3,93%, Aeffe +2%, Guala Closures +4,2%1 e Brioschi +4,77%.