Condizionata da Wall Street, l’Europa si lascia alle spalle i guadagni della mattina e chiude la seduta contrastata. Piazza Affari viene trascinata in ribasso dell’1,26% nel pomeriggio dal calo dei titoli bancari e di Telecom Italia. Il mercato guarda poi a Bpm e Banco Popolare che sono state sospese in attesa di comunicato. Oggi si riuniscono il cda dell’istituto di Verona e il consiglio di sorveglianza di piazza Meda cui seguirà un’altra riunione del consiglio di gestione. Gli operatori si aspettano che la fusione tra i due istituti venga annunciata oggi. Parigi cede lo 0,18% mentre Londra sale dello 0,10% e Francoforte dello 0,33%.
Nel comparto bancario europeo spicca il Credit Suisse che ha annunciato un ulteriore taglio dei costi di 800 milioni di franchi svizzeri e piani per far dimagrire l’investment bank. Sono tornate le vendite sul petrolio dopo che negli Usa le scorte hanno registrato un forte incremento, ben superiore alle attese (+9,357 barili contro stime di 2,9 milioni): il Wti cede il 3,23% a 40,11 dollari al barile e il Brent il 2,54% a 40,73 dollari al barile. Il cambio euro dollaro cede lo 0,43% a 1,1169: i banchieri della Fed sembrano propensi a procedere all’aumento dei tassi già ad aprile. Sul fronte macroeconomico a febbraio le vendite di case nuove sono aumentate del 2%, leggermente sopra le attese. A Wall Street il Dow Jones scivola dello 0,12% e l’S&P500 dello 0,29%.
A Piazza Affari in fondo al Ftse Mib ci sono Telecom Italia -3,73 e Mediaset -3,33% dopo la smentita del direttore finanziario Giordani della prossima cessione a Vivendi di Premium. Unicredit -3,09%, Anima -2,66% e Intesa Sanpaolo -2,62%. In controtendenza in cima al paniere delle blue chip riprende quota il lusso con Yoox +3,45%, Luxottica +1,19% e Moncler +0,9%.
In evidenza Poste Italiane +1,19%, che tuttavia rallentano rispetto al +4% registrato in intraday, all’indomani della pubblicazione dei dati 2015. La società ha registrato un incremento dei ricavi totali del 7,8% a 30,7 miliardi. Tra i migliori titoli anche Stm +0,98%.
Enel scivola in negativo dello 0,46% nonostante l’approvazione dei conti in un primo momento ben accolti dalla Borsa. La società ha chiuso il 2015 con un risulta netto di 2,196 miliardi, in crescita del 324,8% rispetto al 2014, lo scorso esercizio, era stato penalizzato da 6,5 miliardi di euro di svalutazioni. Confermati i target del 2016 e del piano industriale.
Fca (-1,05%)ha collocato sul mercato del debito bond a 8 anni per 1,25 miliardi di euro a fronte di ordini che hanno largamente superato quota 4,5 miliardi. Il rendimento è stato fissato al 3,75%, in ribasso rispetto alla guidance iniziale in area 4,125%.