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Mediaset, dal gruppo Vivendi oltre 5 milioni per video illeciti

FIRSTonline

Di battaglia legale in battaglia legale, Mediaset incasserà una cifra superiore a 5,5 milioni di euro dal portale francese DailyMotion, gruppo Vivendi. Quest’ultimo è stato condannato al risarcimento dal Tribunale di Roma per aver caricato senza alcuna autorizzazione sul proprio sito 995 video coperti da diritto d’autore a partire dall’anno 2006.

Lo ha annunciato la stessa Mediaset comunicando l’avvenuta pronuncia del Tribunale che, oltre a condannare Dailymotion al pagamento delle spese processuali, ha indicato in 5mila euro la penale per ogni giorno di ritardo nella cancellazione. Oltre a questa azione legale, avviata nel 2012, Mediaset – precisa Radiocor – ne ha in corso altre sei analoghe sempre nei confronti del portale francese che, indica la nota del gruppo italiano, “considerando i criteri economici riconosciuti nella prima sentenza, potrebbero dare luogo a un risarcimento complessivo superiore ai 200 milioni di euro”. Sulla piattaforma DailyMonn sono finiti programmi come Le Iene, Verissimo, Camera Cafe’, Zelig e Mai Dire Gol. Sulla base di una consulenza tecnica di ufficio, il tribunale italiano, in linea con precedenti sentenze di risarcimento, ha determinato il danno da liquidare in 695 euro per ogni minuto illecitamente trasmesso (7556 i minuti totali calcolati).

La battaglia legale con Vivendi prosegue ora su altri fronti. Secondo indiscrezioni pubblicate da Reuters, infatti, la legge italiana in base alla quale il gruppo francese Vivendi è stato costretto a congelare la maggior parte dei propri diritti di voto in Mediaset potrebbe non essere conforme al diritto europeo. L’agenzia cita un parere- non ancora reso pubblico – della Commissione Ue visionato da Reuters. Il parere, non vincolante, rischia però di rafforzare la posizione di Vivendi nella lunga disputa legale che la oppone a Mediaset. La controversia tra i due gruppi si trascina dal 2016, dopo la mancata vendita della pay tv Premium e il successivo raid di Vivendi, che ha costruito una partecipazione del 28,8% nel gruppo di Cologno. 

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