“Il 2019 è stato per la meccanica un anno difficilissimo e il 2020 può esserlo ancora di più”. Con queste parole Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica, l’associazione che rappresenta una delle prime attività produttive italiane per fatturato, know how e soprattutto export, ha commentato i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 153esima edizione. L’allarme è chiaro: nell’intero 2019 la produzione metalmeccanica ha evidenziato una flessione media pari al 3% rispetto al 2018, e nel 2020 questo dato potrebbe persino peggiorare, complici anche le conseguenze congiunturali del coronavirus.
I settori più colpiti nell’anno scorso sono stati la meccanica strumentale (-2,8%), i prodotti in metallo (-4,4%), ma più di tutti l’automotive, che ha perso circa il 10% della produzione. Complessivamente i livelli di produzione risultano inferiori del 27,6% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008) e, nel confronto con i principali paesi dell’area Ue l’Italia è stata superata anche dalla Spagna ed è ora addirittura ultima. “Il cambiamento che stiamo vivendo è profondo e strutturale – ha aggiunto Franchi -: di produzione, di tecnologie, di filiere, di infrastrutture, di competenze e di organizzazione del lavoro. L’incertezza è dilagante e pervasiva. La congiuntura economica che stiamo vivendo non ci aiuta e le crisi hanno cicli sempre più ravvicinati con esiti imprevedibili, come quella che ora ci troviamo ad affrontare per l’emergenza coronavirus“.
Ad aggravare la situazione, oltre al prevedibile rallentamento che provocherà la diffusione del contagio (e le relative misure restrittive sulla vita sociale ed economica dei Paesi coinvolti), è anche la difficoltà dell’industria metalmeccanica europea dove la maggiore economia, la Germania, ha ridotto, sempre con riferimento al quarto trimestre, i volumi di produzione metalmeccanica dell’8,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. “Le informazioni che derivano dalla nostra indagine – ha aggiunto il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz -, condotta presso le imprese metalmeccaniche prima della diffusione dell’epidemia da coronavirus, già non lasciavano prevedere un miglioramento a breve della congiuntura settoriale. Oggi tutti gli indicatori già preoccupanti rischiano di dover essere rivisti in termini molto peggiorativi”.
Ripercussioni inevitabili anche sul lavoro: già nel 2019, evidenzia l’analisi di Federmeccanica, si è registrata una diminuzione degli occupati nella grande industria dell’1,3% e un incremento delle ore autorizzate di Cig del 64,1%.