La collaborazione tra aziende e startup è la chiave per innovare e guardare al futuro. Bisogna lavorare sui fattori culturali, condividendo risorse e competenze in modo da creare una sinergia tra i rispettivi approcci e metodologie. Se gestite correttamente le partnership possono produrre numerosi benefici sia economici che strategici per entrambe le parti. Da un lato le grandi aziende italiane possono attingere al serbatoio di talenti e idee delle realtà emergenti, dall’altro le startup possono beneficiare di nuove forme di finanziamento e incrementare la loro competitività sul mercato. È quanto emerso dal nuovo report realizzato da McKinsey & Company e B Heroes, ecosistema di iniziative a sostegno della crescita di nuovi business innovativi italiani.
In particolare, lo studio “Quando Davide si allea con Golia. Collaborare per innovare: ripensare i modelli di partnership fra startup e grandi aziende in Italia” analizza le caratteristiche del contesto europeo e lo stato della relazione fra startup e grandi aziende italiane attraverso il punto di vista di oltre 80 startup italiane B2B e B2C attive in diversi settori e di un panel rilevante di manager di grandi aziende nazionali e internazionali. A seguire i principali risultati.
Nonostante nell’ultimo decennio, il 36% delle startup attive in tutto il mondo è nato in Europa (contro il 45% in Usa), queste non riescono a raggiungere nel breve periodo un valore di mercato superiore a 1 miliardo di dollari, i cosiddetti “unicorni” che rappresentano soltanto il 14% contro il 50% negli Stati Uniti. Questo perché? Tra le tante difficoltà, lo studio di McKinsey e B Heroes ne individua tre: la frammentazione del mercato, la difficoltà di accedere ai finanziamenti e la scarsa disponibilità di talenti.
In più dell’80% dei casi le startup e le grandi aziende italiane sono soddisfatte delle loro esperienze di partnership. Questo perché le startup italiane vedono nelle grandi aziende dei partner in grado di facilitare l’accesso ai finanziamenti (il 75%), accelerare l’ingresso nel mercato degli utenti finali (88%) e garantire un ritorno d’immagine positivo (90%). Invece, le grandi aziende italiane ricercano forme di collaborazione per attingere al serbatoio di talenti, idee ed energie delle startup e per favorire il cambiamento culturale al loro interno grazie alla contaminazione con nuove modalità di lavoro moderne.
Anche se sono evidenti i benefici di una partnership, in Italia solo il 41% delle startup collabora attualmente con più di due aziende, mentre il 35% delle startup non ha instaurato alcun tipo di rapporto e il 24% ha avviato le prime collaborazioni con una o due aziende.
Ma quando la relazione funziona? Lo studio identifica un percorso condiviso attraverso cui startup e grandi aziende possono collaborare traendo reciproco beneficio dalla loro partnership. I fattori determinanti individuati sono: il ruolo della leadership fondamentale per guidare verso l’innovazione e la crescita; un’innovazione trasversale e integrata nell’organizzazione e nella cultura aziendale; un approccio aperto che consenta di sperimentare, testare e cambiare in corso d’opera per stare sempre al passo con i tempi; la rapidità nel costituire collaborazioni e rispettare l’identità delle startup in modo che queste non perdano il proprio target di mercato.
“Le startup rappresentano un punto di forza per tutto il tessuto industriale europeo, uno strumento strategico per lo sviluppo economico in un’area che, naturalmente e storicamente, è incline alla collaborazione, alla contaminazione di idee e all’innovazione tecnologica – ha commentato Alessio Botta, Senior Partner di McKinsey e autore dello studio -. Crediamo che una partnership efficace tra mondo corporate e startup, soprattutto quelle attive nel settore B2B, rappresenti un’occasione unica per la creazione di unicorni a livello globale che possano competere con le realtà provenienti dagli Stati Uniti e dall’Asia”.
Laura Prinzi, Managing Director di B Heroes, ha aggiunto: “Collaborare è la chiave per lo sviluppo effettivo di soluzioni innovative e per guardare al futuro: la strada verso l’innovazione è il risultato di un mix efficace di realtà, culture, competenze e risorse diverse. Le partnership tra aziende e startup sono portatrici di vantaggi per entrambe le parti, ma è necessario lavorare sui fattori culturali, promuovendo contaminazioni positive che riconoscano e siano rispettose delle diverse identità: da un lato, le imprese devono allineare il proprio contesto organizzativo, in termini di processi e tempi, per lavorare con le startup; dall’altro, le startup devono imparare a comprendere il linguaggio del business e dei loro interlocutori, i processi decisionali e di governance”.