Tre Boeing per salvare la “crisi delle patatine fritte” in Giappone. La settimana scorsa McDonald’s aveva annunciato che nei suoi fast food nel paese asiatico avrebbe servito solo piccole porzioni di patatine fritte a causa dei ritardi dei rifornimenti dal Nord America e dalla crisi globale della “supply chain” a causa degli effetti della pandemia. Il tutto si era tradotto in file chilometriche fuori dai locali del famoso fast food per potersi accaparrare le ultime porzioni delle tanto amate french fries.
Non solo il dilagarsi della variante Omicron ha compromesso il sistema dei trasporti e dei rifornimenti come in tutto il mondo, ma in questo caso sembrano aver causato problemi le intense piogge che hanno provocato forti allagamenti nel porto di Vancouver, in Canada, bloccando la catena di approvvigionamento.
In aiuto il servizio di spedizioni americano Flexport che ha noleggiato 3 Boeing 747 per poter trasportare i rifornimenti necessari di patatine ai giapponesi le cui vendite in formato maxi dovrebbero riprendere il 31 dicembre. Ad annunciarlo l’Amministratore delegato della società Ryan Petersen in un tweet.
Non si tratta della prima carenza di patatine fritte in Giappone. Già nel dicembre del 2014 McDonald’s aveva dovuto razionarle a causa di un’altra serie di ritardi nei trasporti provocata però dalle proteste sindacali di circa 20mila lavoratori portuali del Nord America.
Ma la scarsità di patatine fritte non ha colpito solo il Giappone. A New York, anche l’iconico ristorante di hamburger J.G. Melon si è ritrovato sprovvisto tanto da dichiarare in un post su Instagram di aver bloccato le vendite delle sue patatine fritte per problemi con la catena di approvvigionamento.